Giornale a più voci consiglieri campani· di elezione congressuale non è stato riconfermato Bal- ·samo, mentre è stata rieletta Maria Fortunato. Per composizione sociale le ACLI di Napoli sono, in Campania, quelle che maggiormente si avvicinano alle medie nazionali (il 30.7% degli i,scritti appartiene al settore industria; il 12.7% al.l'agricoltura); sovrarappresentato (38.8%) è invece il settore del pubblico impiego. Nelle altre prorvince si riscontra una n1aiggiore presenza di addetti all'agricoltura, secondo la composizione propria a tutto il Sud, dove - sui circa 300.000 iscritti del,l'anno· •scorso - il 17% proveniva dall'industria, il 32% daH'aigricoltura e il 12% dal pubblico impiego. I quadri dirigenti del movimento non rispecchiano però queste provenienze sociali: si tratta in prevalenza di insegnanti o di avvocati che sono s,pes·so più attenti al Tafforzamento organizzativo delle ACLI, allo scopo di sfruttare H potere di orientamento elettorale, che non all'attività propria deMe ACLI di formazione e di animazione degli iscritti. Si può perciò facilmente prevedere che la fine del « rapporto speciale» fra le ACLI e la DC, sanzionata a Torino, provocherà le conseguenze più vistose nelle regioni meddionali. Qui infatti l'intrinseca debolezza del movimento, i pesanti condizionamenti ambientali, la diversa composizione sociale hanno spinto le ACLI ad una maggiore compenetrazione con la DC ed a una minore autonomia nei suoi confronti. . Le scelte compiute dalle ACLI negli uHin1i anni, fino al « voto libero», hanno già prodoHo - come si è visto per la Campania - tensioni e. reazioni rilevanti. Esistono peJXiò due rischi: che le Associazioni di minoranza rendano permanente iJ proprio atteggiamento di opposizione, fondata - fra l'altro - sulla richiesta di un maggiore impegno meridionali,stico delle ACLI; e che per altro la diirigenza centrale tienda a sconfiggere le opposizioni con interventi di natura burocratica, forte della larghissima maggioranza ottenuta a Torino. Le difficoltà per le ACLI, nel Mezzogiorno, non s.fuggono, d'altra parte, ad una parte .almeno .dei ,suoi ·dirigenti. La Vice Presidente Nazionale Maria Fortunato, qualche tempo prima del Congresso, tracciando un bilancio dell'azione del movimento dell'Italia meridionale, affermavia: « a talle proposito va rilevato che è mancata, da parte delle ACLI meridionali, una completa ed organica elaborazione propria dei problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e quindi un contdbuto sostanziale alla politica meridionali:stica. E, più recentemente, anche una paritecipazione degna di considerazione alla elaborazione degli schemi di programmazione regionale». E notava, inoltre: « All'interno del movi1mento il discorso del Mezzogiorno non ha avuto quel ~ilievo che .meritava anche per il carente contributo dato da noi, dirigenti meridionali. Ci sembra infatti che il movimento sia stato più attento ai temi generali dello sviluppo in Italia, alle tendenze di fondo della società. italiaina, secondo il modello della sua parte più avanzata, -di cui il problema _meridionale costituisce la storica ed ancora per.manente contraddizione. Diremo anche che la metodologia di azione proposta dal centro forse non 57 ,. BibliotecaGino Bianco
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