Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Note della Redazione riteneva necessario farla, indipendentemente dalla maggiore o minore pressione, e tensione politica, provocata dalla contestazione. Assai grave sarebbe invece per la valutazione delle qualità di questa ,,- classe politica se dovesse risultare che, una volta diminuita la pressione, e la tensione politica, provocate dalla contestazione, la riforma viene rallentata, annacquata o addirittura insabbiata. Sarebbe appunto questa la prova che la classe politica in tanto aveva predisposto la riforma, in quanto aveva avuto paura della contestazione e in quanto comunque la contestazione era in grado di •~trapp,arle la riforma: sarebbe insomma la condanna di una classe politica senza autonoma volontà politica. Diremmo, quindi, che, se è vero che la contestazione è in ribasso, a maggior ragione si deve portare avanti speditamente la riforma, senza rallentamenti e senza annacquamenti. Professori e giornalisti Il direttore di questa rivista tiene a dissipare ogni residuo dubbio sull'identità di chi ha scritto l'editoriale del mese di aprile, l'editoriale che si riferiva al discredito che investe oggi in Italia. i professori universitari. Quell'editoriale è stato scritto proprio dal direttore della rivista; ed è stato scritto non allo scopo di « rivendicare i meriti del Partito Repubblicano Italiano in questa difficile congiuntura universitaria» e neanche per «muggire» insieme ai « bocciati» ed ai «frustrati», come è potuto sembrare al prof. Armando Saitta che all'editoriale di « Nord e Sud» ha dedicato una sua nota su « Critica storica»: è stato scritto, l'editoriale di aprile, perché chi l'ha scritto è convinto che quel discredito c'è, è gravissimo sotto molti punti di vista e coloro che ne sono investiti non se ne rendono conto o, il che è ancora più grave, non vogliono rendersene conto. Quello che poi preoccupa più di ogni altra, cosa è che a non volersene rendere conto sono anche quei non molti professori universitari che, in quanto persone, in quanto studiosi, in quanto maestri, non meriterebbero affatto di essere coinvolti nel discredito che ha investito la categoria. Tra questi che non meriterebbero di essere discreditati come i loro colleghi, noi annoveriamo senz'altro il prof. Armando Saitta e comprendiamo quindi la sua reazione, del resto molto civile, al n-ostro editoriale. Ma è significativo che Saitta scriva che lui, ed altri come lui, non sono << stati mai teneri per gli errori e le colpe di una minoranza» (il corsivo non è nostro, è di Saitta), la minoranza dei colleghi che si sono discreditati. Certo: ma il fatto è che a noi non sembra che questi ultimi siano una minoranza; noi riteniamo che siano minoranza Saitta ed altri come lui. E così Saitta scrive che gli « amici di 'Nord e Sud'» non devono « confondere 'i loro volti decenti ' di una minoranza di politici consapevoli del valore della cultura con quelli ben indecenti ... della maggioranza dei nostri politici incolti, bugiardi e barattieri». Certo: non vogliamo confondere i nostri volti con quelli di questi 47 BibliotecaGino Bianco

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