Note della Redazione attività che potrebbero ritardare i tempi della riforma ed a creare le condizioni perché tali tempi siano quelli previsti. Si può dire, quindi, che il contrattacco di cui si diceva sia fallito? Di1 ciamo che è stato respinto, ma aggiungiamo che fino all'ultimo momento utile si cercherà da parte di certi ben identificati ambienti politici ed accademici di evitare che il Senato voti la riforma nei tempi voluti dal governo; e si cercherà altresì di contrattaccare, oltre che sui tempi, anche sui conte:- nuti della riforma. La paura della contestazione A.vremo una crisi di governo in conseguenza dei contrasti che hanno messo in crisi la convivenza fra le due componenti dell'unificazione socialista? È possibile; forse è addirittura probabile. Ma in tal caso i tempi di attuazione previsti per l'approvazione della riforma universitaria sarebbero veramente compromessi, forse irrimediabilmente compromessi. E naturalmente gli avversari politici ed accademici della riforma contano molto su una crisi di governo, mentre non sembra che la preoccupazione di evitare che una crisi di governo abbia a conpromettere la riforma universitaria sia sentita e fatta valere dei socialisti come una remora alla soluzione scissionista di cui alcuni tra essi sono fautori. Eppure la riforma universitaria è piu che mai il banco di prova non solo del centro-sinistra e della sua capacità di affrontare e risolvere problemi che non possono più essere elusi, ma anche e soprattutto della stessa capacità di ogni partito della maggioranza a dimostrare di essere un partito degno di governare. C'è tuttavia un argomento che comincia pericolosamente a circolare e che viene fatto valere per accreditare il dubbio che la riforma universitaria non sia urgente, e che, anzi, la auspicata « pausa di riflessione » sia non solo necessaria, ma ormai anche possibile: possibile perché la temperatura della contestazione universitaria è scesa di molto ed i contestatori sono isolati rispetto alla pubblica opinione e rispetto alla stessa maggioranza degli studenti. Questo è vero: dopo il caso del prof. Trimarchi specialmente, si è potuto agevolmente constatare quanto credito morale abbia perduto la contestazione e come i contestatori, quanto più ricorrono alla violenza, tanto più restano isolati, ridotti nei limiti dei cosiddetti groupuscules, di sette che si contestano fra loro. Ma proprio perché la contestazione, l'agitazione universitaria, il movimento studentesco non hanno più la forza di provocazione e di condizionamento che avevano l'anno scorso, ed ancora alcuni mesi or sono, si presenta alla classe politica l'occasione di fornire efficacemente la dimostrazione che essa non era costretta a fare la riforma perché non poteva non cedere alla contestazione, ma aveva deciso di fare la riforma perché 46 BibliotecaGino Bianco
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