Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

• 1W.arioPendinelli tro ci sarà. E vedrà impegnata -da una parte la corrente « conservatrice», capeggiata dall'attuale segretario generale Bruno· Storti e composta dal senatore Dionigi Coppo e dal deputato barese Na- .tale Pisicchio. Sul fronte opposto ci sarà, invece, il gruppo progressista, formato -da Baldassarre Armato - il primo sindacalista che abbia rinunciato al mandato parlamentare -·, Luigi Macario, Pierre Carniti, Idolo Marcone, Angelo Fantoni, Carlo Romei e Pietro Merli Brandini. Comunque, a meno che Storti e i suoi amici non riescano a dar vita, all'ultimo momento, ad un miracoloso gioco di « rimescolamento delle carte», l'esito dello scontro appare scontato in favore del gruppo dei progressisti. Con questi ultimi sono infatti schierati i leaders delle più importanti federazioni di categoria e delle più numerose organizzazioni periferiche: Eraldo Crea, degli alimentaristi; Leonardo Romano e Nino Pagani, del settore meccanico; Enzo Leolini, dei trasporti; Franco Mariani, dei parastatali; Fassina e Meraviglia, dei tessili; Pasqua, dei telefonici. E in periferia: Diego Barani e Mario Ciriaco di Napoli; Roberto Romei di Milano; Paolo Sala, di Como; e molti altri. Con Storti sono invece rimasti soltanto Ballanti, della Federazione dei pensionati, Bruni dei postelegrafonici e qualche esponente di federazioni provinciali del Mezzogiorno, come Muccioli, di Palermo, Lazzeri di Reggio Calabria e Monterano di Potenza. Questi gli schieramenti. Ma qual'è la posta in gioco? Che significa « sindacato nuovo », per il gruppo che- tra poco dovrebbe _assumere la guida della CISL? Pietro Merli Brandini ritiene, innanzitutto, giustificato lo scetticismo dei sindacati sul modo con cui è stata condotta la politica di programmazione. Parla di un conflitto esistente, su questo terreno, tra i sindacati e il governo di centro-sinistra. Ma, aggiunge, esiste anche un conflitto tra il sindacato e le forze dell'opposizione di sinistra. Queste ultime « da un lato spingono verso obiettivi di transizione al socialismo, o dell'inserimento nelle grandi lotte antimperialiste, e dalr altra contestano al sindacato di non saper adattare le lotte per le rivendicazioni salariali in questa prospettiva. Non meno sottile è il dibattito sull'organizzazione del potere operaio a partire dai luoghi di lavoro. Mentre il sindacato intende mantenere il ·controllo delle forze ed è di fatto la struttura che decide obiettivi e strategie, i partiti si muovono per ottenere, anche a tali livelli, il controllo delle forze operaie». Anche per questo - prosegue Merli Brandini - « è necesc;ario creare un sindacato che sia 42 BibliotecaGino Bianco

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