Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Giulio Picciotti nenti delle ACLI che con il loro « rischio personale » si impegnano « nel campo sindacale, partitico e -parlamentare », indipendentemente dallo schieramento nel quale essi si collocano, e in ragione del « valore della lotta e della testimonianza al servizio, dei lavoratori». A novembre prossi1no, laddove in sede di elezioni amministrative saranno presentate· « liste di lavoratori » con la presenza al loro interno di candidati delle ACLI, gli a.clisti potranno far convergere i loro voti su questi candidati. Siamo alle soglie del secondo partito di ispirazione cattolica, che occuperebbe uno spazio a sinistra, lasciando alla DC un ruolo moderato? Cioè, si verrebbero ad accampare nel paese due· poli alternativi, entrambi cattolici, oppure siamo già oltre, ad una proposta egemonica su tutta la società italiana, un nuovo « integris-mo », che passa attraverso la negazione della capacità dei partiti per giungere allo Stato? Un'affermazione di Labor, contenuta in una intervista al settimanale « l'altra Italia», nella ·sua ambivalenza, ci sembra significativa: « ci accusano di rompere l'unità politica dei cattolici. Ma questa unità non c'è mai stata. È vero invece che la Chiesa ha rivolto un accorato appello a 33 milioni di elettori, un appello che è stato accolto solo da 12 milioni di loro ». La rivendicazione di autonomia potrebbe avere alla sua base l'accusa alla DC di non aver saputo essere uno strumento capace di dare risposta adeguata all'appello della Chiesa, come pure l'affermazione dell'inutilità di una delega da parte della gerarchia alla sola DC, delega che di fatto limiterebbe la presenza dei cattolici, in quanto tali, nella vita politica. Forse entran1be le vie sono ipotesi di lavoro di una parte del mondo cattolico. · L'altra ipotesi è il primato della politica. E la DC, con tutte le sue insufficienze, ha finora rappresentato questa strada, al di fuori della quale le incertezze di percorso sono tali da far temere il peggio per la democrazia italiana e per la sua aderenza alla tradizione ed agli ideali della civiltà moderna. GIULIO PICCIOTTI 34 BibliotecaGino Bianco

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