Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Giulio Picciotti litica, dello Stato moderno, che è apparsa anche nelle confuse enunciazioni con le quali Labor ha dato vita all'ACPOL, il rifiuto della società industriale, dei meccanismi. di sviluppo di una economia moderna, ma c'è soprattutto un vecchio modo dei cattolici di intendere la loro presenza politica, dove la stessa :fideistica e provvidenziale concezione della politica viene trasferì ta nella convinzione delle virtù taumaturgiche della solidarietà delle sinistre, indistintamente prese, nel rifiuto della società prodotta dalla civiltà laica. Gabaglio, il nuovo presidente, ha detto nel suo intervento che compito del movin1ento è di « saldare la frattura storica tra religione e mondo operaio ». È questa infatti l'accusa di fondo mossa dalle ACLI alla DC: non tanto di aver condotto una politica economica moderata, quanto di aver impedito quella « saldatura », di avere cioè consentito la prevalenza di valori razionalistici e utilitaristici sui valori religiosi nello sviluppo della società italiana. È questo il fondamento della critica alla società del benessere, che presenterebbe tutte le ambiguità possibili, come è stato detto a Vallombrosa e affermato anche dal più recente convegno degli assistenti ecclesiastici delle ACLI. « L'affermarsi della società industriale - afferma la mozione vincente al Congresso - mentre non risolve le tradizionali contraddizioni rappresentate dalle sacche di povertà e di arretratezza, crea nuovi squilibri e consolida un rneccanismo che pretende di fornire risposte - privatistiche o collettivistiche - alle esigenze dell'uomo d'oggi, stimolando invece tutti i fattori di integrazione e di acquiescenza, sicché ovunque la espansione avviene in modi non controllati, non umanizzati, sostanzialmente materialistici ». Si tratta di una posizione che si collega per al tre vie alle forme della contestazione meno qualificata e più estremistica, cercando di volgerla in proprio favore: la sociologia contro la poHtica, la « società civile » contro i partiti e in definitiva contro lo Stato. Questa posizione è stata sostanzialmente espressa nell'intervento del teorico del movimento, Geo Brenna: « noi dobbia1no organizzarci fuori e se necessario contro tutti i governi ». -E quindi: « al primo punto è la volontà delle ACL/ di promuovere un forte movimento di opi- · nione pubblica ed un preciso strumento di azione che si ponga come l'evento portante di quel lavoro di invenzione e di sperimentazione che è stato chia1nato nuova politica ». È questa la concretezza del sociologo che ha ispirato gran parte della relazione di Labor! 32 BibliotecaGino Bianco

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