Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

.... Le ACL/ contro la DC ha detto Labor, offrirebbe la possibilità della presentazione, già dalle prossime elezioni di novembre, di candidati aclisti in « liste di lavoratori ». Nella prospettiva più vasta, le ACLI e il sindacato unitario potrebbero giungere ad una coesi1 stenza, ad un modus per la presentazione di liste sotto una comune etichetta, al fine di occupare tutto lo spazio amministrativo (perciò Labor ha lamentato che un accenno fatto da Piocoli in un suo discorso sulla spoliticizzazione delle amministrazioni locali non sia stato portato concretamente avanti dal segretario della DC). Ma ciò avverrebbe, non può essere altrimenti, in netta alternativa ai partiti. Ecco allora che in questa chiave può comprendersi come, secondo Labor, un « patto sociale » debba precedere, per renderlo possibile, quel « patto costituzionale » con il PCI proposto dalla sinistra DC. Sarebbero queste le tappe del « dialogo pratico, sulle cose buone e riducibili al bene », del cardinale Konig. Ma questa strategia delle ACLI comporta gravi implicazioni, e non tanto per la fine del «collateralismo», quanto per una serie di valutazioni che, se accettate, darebbero sì credibilità maggiore alle tesi di Labor, ma finirebbero per aggravare la sfiducia nei partiti; toglierebbero ad essi quelle forze che sono invece preziose per il recupero del loro ruolo, rispondente alla maggiore richiesta di partecipazione politica della società. Labor, per affermare la propria strategia, ha bisogno di provare la propria autonomia attraverso la critica più spietata alla DC, escludere dal gioco il PSI e giudicare falHto il centro sinistra, ed operare quindi in contrapposizione ad esso, chiamare in gioco il PCI (il che può non voler dire necessariamente concordanza, m.a pura opportunità politica). Questa impostazione ha i suoi riflessi, e non avrebbe potuto non averne, anche in politica estera. Al Congresso, un oratore (Ber- · tuoci, della linea anti-Labor) ha avuto la malaugurata· idea di affermare che la NATO ha difeso la pace; e si è preso salve di fischi da parte della maggioranza del Congresso. U·guale sorte è toccata ad un altro oratore per l'affermazione che « i partiti sono l'essenza della libertà e soprattutto i partiti che sono garanzia di libertà »: Quello del ruolo della NATO era stato, del resto, risolto così da Labor nella sua relazione: « e' è da abbozzare, anche partendo dall'interno della NATO, cioè subito, una coalizione che ten4a apertamente al disimpegno dai patti militari ». Ma sbaglierebbe, credo, chi assegnasse alle aspirazioni delle ACLI la conquista del potere a fini esclusivamente politici. A monte di tutto, c'è quella conce_zione sociologica, e non po31 BibliotecaGino Bianco

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