Giulio Picciotti e nella società, e forze sostanzialmente tradizionaliste, che accettano per la Chiesa al massimo rinnovamenti solo liturgici, dando loro significati di rivoluzione, mentre vengono rigidamente difesi i poteri e l'autorità della gerarchia, e che rispetto al mondo della politica continuano a mantenere inalterati concetti di delega e di « unità politica dei cattolici ». Ma questo travaglio non ha ancora mostrato i suoi frutti, tantomeno attraverso le recenti decisioni delle ACLI. Il mondo cattolico, in particolare quello italiano, è ben lontano dall'aver elaborato una cultura, e una cultura politica, omogenea e unidirezionale; cosicché nei discorsi di oggi è possibile scorgere chiaramente modi di approccio ai problemi, strade di analisi diverse che non si incontrano, e che non mostrano alcun interesse ad incontrarsi; che, anzi, intendono affern1are, ciascuna, una propria supremazia. E sono strade che fanno capo ai vari ordini religiosi, a Università, a questo o quel gruppo dell'episcopato, alla curia, a tutti quei mille corpi religiosi, che, ciascuno per proprio conto, mantengono rapporti particolari, attraverso gruppi, circoli, giornali, riviste, iniziative, con questa o quella parte del laicato cattolico. Quando, avendo d'occhio questa realtà, ,si scorra la relazione di Labor, proprio nella mancanza di unità dell'analisi e nell'assenza di una prospettiva chiaramente delineata, insieme all'affiorare di temi storicamente riconoscibili, si ha la sensazione di essere di fronte ad uno specchio, dove tutto si riflette, ma con· scarsa nitidezza dei dettagli, senza quella finezza delle distinzioni che è propria della cultura alimentata da una riflessione non estemporanea e da una capacità di lettura della storia. Così, nella approssimazione culturale, temi della civiltà di oggi vengono ricondotti a vecchie e superate interpretazioni. Il tema della « società civile », che emerge oggi per le profonde trasformazioni in corso nella società, e che postula una visione pluralistica, è difficilmente assimilabile alla interpretazione di Labor, la quale si ,risolve in una contrapposizione molto simile a quella vecchia di più di un secolo che vedeva affrontati « paese reale» e « paese legale», la « comunità », in nome di un principio trascendente allo Stato, e che fu alla base ,della polemica di certo catìtolicesimo postunitario, reazionario e temporalista. Questa concezione comunitaria, di comunità che si alimenta di valori insieme laici e religiosi, e che si contrappone alla concezione, e ai poteri, dello Stato, viene a contatto con le trasformazioni in corso del post-concilio: la Chiesa come comunità di laici e di sacerdoti. La risultante è una 26 BibliotecaGino Bianco
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