Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Alfonso 1\11arrese fatto corrispondere alla dichiarata disposizione a farlo la necessaria volontà politica »; alla « situazione degli Uffici Tecnici Comunali, oggi assolutamente inadeguati ai compiti cui debbono far fronte poiché, paradossalmente, mentre quelli aun1entano, essi rimangono statici come organico direttivo, ai livelli anteguerra, quando addirittura non diminuiscono »; e al « disinteresse dimostrato, almeno finora, in Puglia, dai tecnici professionisti nei riguardi del lavoro urbanistico ... ». Infine, il dicìassettesimo docu1nento, facendo appello agli enti locali, alla classe dirigente, ai tecnici, all'opinione pubblica pugliese e nazionale, e soprattutto agli amministratori del Mezzogiorno, auspica che, « nel quadro di una nuova e coerente impostazione della politica di programmazione a livello regionale, si dia effettivo spazio all'avvio di una politica per il territorio che permetta il superamento di ogni residuo squilibrio all'interno della Puglia e faciliti il dialogo tra aree in più avanzata fase di sviluppo ed aree interne. Non è assolutamente concepibile che ancora oggi si proceda per iniziative isolate, o, peggio, si dia sfogo a nuovi ca1npanilismi, rinfocolati appunto da una visione distorta delle prospettive future dell'intero territorio regionale legate a questo o quell'insediamento produttivo realizzato in una determinata zona. Quello della concentrazione o della diffusione degli interventi iliventa soltanto un falso problen1a ove si riesca, finalmente, a formulare un tipo di assetto territoriale che - raccogliendo in modo omogeneo le indicazioni provenienti dalla chiara individuazione dei fattori propulsivi attuali e potenziali - soddisfi le giuste esigenze di equilibrata trasformazione economica, sociale, civile dell'intera regione pugliese nel contesto meridionale, nazionale ed europeo ». Con questo, non c:r-edia1no di avere esaurito tutto il discorso sul Gruppo dei Meridionalisti che si avvia a girare la boa del primo lustro di attività. Pure, da queste necessariamente sintetiche note pensiamo risulti chiara la difficoltà dei lavori del Gruppo, la cui costituzione ha significato la rottura di anni di stagnazione e di assenteis-mo, per una maggiore partecipazione della popolazione alla sua rinascita, per una diffusione più razionale del potere e delle responsabilità. Per capire il lavoro del Gruppo, non va dimenticato né misconosciuto il fatto che mettere pubblicamente il dito su certe piaghe, sulle carenze tecnico-dirigenziali, per esempio, di un'area industriale o di un Ente pubblico, comporta sempre una critica che tocca direttamente, da vicino, gli interessati, la suscettibilità e le pesanti reazioni della classe politica, dei dirigenti e degli stessi partiti al governo. E questo perché, per la prima volta nella storia del Mezzogiorno, 124 BibliotecaGino Bianco

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