Alf anso Marrese Mario Dilio, Pasquale Satalino e Vittore Fiore che, insieme a· Pasquale Marrone del « Centro studi sulle comunità europee », ne furono i presentatori, confermarono co.n1e la visione dello sviluppo dei poli, quale si era venuta configurando intorno al 1960, apparisse in realtà già superata, e come la mancanza di un quadro generale, che fissasse le localizzazioni e le direttrici di svHuppo, suscitasse polemiche campanilistiche (che, purtroppo, ancor oggi perdurano). Di qui anche la necessità di eliminare ì tradizionali aspetti politici della questione meridionale. Il documento, infine, rifacendosi agli studi di Francesco Compagna, affermò che « obiettivo priinario » restava « la progressiva eliminazione degli squilibri tra Nord e Sud, per cui occorre organizzare la formazione di grandi unità urbane a scala territoriale, che dovrebbero costituiPe il centro propulsivo dello sviluppo non soltanto economico ma prima di tutto sociale, politico e culturale »: una sorta di « maglia di sviluppo » comune a tutto il Sud, dall'Abruzzo alla Calabria. Tale tema .sarà, poi, ripreso e meglio specificato (quanto al criterio di finanziamento, per esempio) nel sesto documento che aprì l'attività del 1967, dedicato all'Università di Bari, nel quale larga parte è rivolta alla difesa del paesaggio e, soprattutto, alla politica per la scienza (protosincrotone, ricerca scientifica e ricerca applicata): venne stabilito, in questa circostanza, uno stretto e fecondo legame c~n l'Istituto di Fisica, nelle persone di Michelangelo Merlin, Aldo Romano e Fabio Ferrari. Ancora una volta è, poi, riproposta l'esigenza della costituzione dell'IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali), « elemento di fondo per una chiara e coordinata visione delle prospettive regionali, fondata su permanenti indagini di valore scientifico ». presupponga l'introd~ione di un concetto nuovo nella teoria dello sviluppo delle regioni arretrate: quello delle interdipendenze strutturali. Esso comportava la realizzazione contemporanea di un gruppo di impianti, tra dii loro collegati per ana, logia di produzione o per comunanza di esigenze di assistenza o, ancora, per successive lavorazioni della stessa materia prima. Ma la tiepidezza con cui l'intero progetto venne aocolto, i1 mancato aumento degli stanziamenti previsti iper il settore della metalmeccanica, sia dalle partecipazioni statali che dalla Confindustria, il clima generale di scetticismo che impregnava l'ambiente pugliese erano tutti elementi sin d'allora che lasciavano seriamente dubitare del successo dell'iniziativa. Mentre, dunque, da parte dei centri decisionali non si fa nulla per avviare concretamente il discorso sulla realizzazione del progetto - giacché i sondaggi dello IASM erano soltanto di carattere informativo - si scatenava (e la documentazione di Satalino a riguardo era illuminante) in Puglia e BasHicata una nuova lotta fratricida per l'estensione dei confini della zona interessata all'esperimento e per l'assegnazione delle « unità di produzione». Tipico esempio - se ancora ce ne fosse stato bisogno .- di impreparazone della classe dirigente locale, 1a quale veniva d'altra parte giustificata, atlmeno in questo caso, mentre veniva attribuita una discreta dose di responsabilità al potere centrale, stranamente fermo, malgrado tutte le sollecitazioni delle stesse comunità. 120 BibliotecaGino Bianco
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