Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Alfonso i\1.arrese vita, con le ansie e speranze della comunità, questo « ritorno al Comune » che rinverdiva la tradizione di Cattaneo e di Salvemini, inteso non come pressione municipalistica e territoriale, ma come esperienza viva di una più ampia battaglia democratica n1eridionale e nazionale venne ripreso a Gravina, con un dibattito tra esponenti della DC (Dell'Andro e Damiani), del PCI (Papapietro), del PSI (Di Vagno) e il Prof. Del Va.scovo, imperniato sul documento « Programmazione e Mezzogiorno», pubblicato da questa rivista ( « Nord e Sud », aprile '66 ), dove Fiore rilanciava l'affievolito dibattito n1eridionalistico: « i vecchi mali storici del clientelismo e del trasformismo riaffiorano, oggi, pericolosamente, senza che esistano, all'interno della classe operaia, le forze capaci di neutralizzarli, perché la classe operaia, anche quella del Nord, è oggi impreparata ed in preda alla confusione ». Soffermandosi, poi, sulla mancata formazione di una cultura autonoma nel Mezzogiorno, « capace di elaborare piani, di avere idee da contrapporre ai grossi centri decisionali del Paese e di fuori », il docurnento (che era, in realtà, l'intervento svolto da Fiore al Convegno organizzato nel giugno '65 da « Mondo Operaio » a Napoli) affermava che « la programmazione è destinata al fallimento se non si individuano tempestivamente le forze politiche capaci di sostenerla ». Anzi, « esiste un'esigenza di coordinamento degli sviluppi settoriali e delle aree, per cui non potrà più bastare nemmeno la Regione». La riforma dello Stato e quella degli enti e della finanza locali sono infatti le due proposte pregiudiziali che il documento pone, terminando con l'elencazione dei tre punti fondamentali del « Nuovo meridionalis.mo »: impostare il problema meridionale su basi europee, non soltanto nazionali o addirittura regionali; propugnare una « crescita civile », parallela a quella economica; ~vitare che la rinascita del Sud segua direttive di tipo colonialistico e diventi occasione di una concentrazione industriale monopolistica, nella quale Fiore ravvisa il « nuovo nemico » 9 • 9 Nello stesso convegno di « Mondo Operaio» (ora in atti, a cura della stessa rivista) significativa è la segnalazione dell'azione svolta dal Gruppo contenuta nella relazione di Antonio Giolitti. « Permettete che sia un tecnico - ebbe a dire Marcello Fabbri al convegno meridionalistico del P.S.U. a Taranto (gli atti sono in Mezzogiorno e Triangolo industriale, Lacaita editore, '67) - a ricordare qualche parola che fu detta a Na• poli due anni fa e che e51Primeva alcuni legittimi dubbi del Mezzogiorno: 'Ora sul fronte meridionale dobbiamo registrare una grave lacuna, conseguenza di una politica sbagliata: non si è formata nel Mezzogiorno una cultura autonoma che fosse capace di elaborare piani, di avere idee da contrapporre ai grossi centri decisionali del Paese e di fuori. Ed è in questo modo che dobbiamo prepararci a dialogare con lo Stato, senza piani, senza idee, senza progetti, senza una cultura autonoma, con partiti e sindacati che sono rimasti indietro rispetto ad una realtà che andava in116 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==