Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Alfonso Marrese zione della parte più sensibile dell'opinione pubblica, dei partiti, dei sindacati e dei centri decisionali, nazionali ed europei 6 • Per questo, i meridionalisti pugliesi, i vari tecnici, docenti, sindacalisti, uom,ini politici, giornalisti ed inteHettuali che compongono il Gruppo, non potevano che organizzarsi nella maniera tutta particolare in cui lo sono ancora oggi: senza uno statuto e senza un programma prefissato, pur con una sorta di struttura organizzativa: quella Segreteria (attualmente composta da: Nicola D'Amati, Mario Dilio, Sandro Mandriota, Gaetano Pinto, Pasquale SataLino, oltre a Fiore: due democristiani, due repubblicani e due socialisti) che è l'unica impalcatura che il Gruppo si permette e che studia prepara ed abbozza i vari documenti (finora 17 sono quelli che hanno visto la luce), presentandol1i, i propri e quelli dei soci, agli altri componenti che, in seduta pubblica ed allargata, li discutono ampiamente, prima della risolutiva stesura. Ecco un'altra delle felici innovazioni di questa esperienza associativa pugliese: l'aperto, critico, dibattiito pubblico degli argomenti in discussione. Con tale chiara impostazione (la chiarezza del linguaggio e di comportamento resta un altro degli elementi caratteiiizzanti la sua attività in un'epoca di fumose ed esoteriche elucubrazioni), il Gruppo cercava di trovare il n1odo nuovo di indicare i problemi delle regioni meridionali, al di là di ogni. impostazione tècnicista e meramente economicistica. Il proble1na meridionale non è solo un problema di piena occupazione, di superamento dell'antica arretratezza socio-economica, di acceleramento del processo di industrializzazione, di creazione di più efficienti infrastrutture tecniche: c'è un problema di crescita civile, culturale, di promozione delle popolazioni del Sud perché possano inserirsi attivamente nel meccanismo di sviluppo delle loro regioni, che minaccia sempre più di dipanarsi al di fuori e al di sopra della volontà degli stessi interessati. Una coscienza meridionale, una coscienza pugliese, intesa come coscienza europea (.il Gruppo è convinto federalista), la consapevolezza di partecipare alla .realizzazione del proprio futuro: ecco l'impegno da attuare. E il Gruppo, sin dal momento della sua costituzione, ha cercato di crearne le premesse. Non trattàvasi,. beninteso, di creare un'alternativa alle forze che den1ocraticamente sono chiamate dalla Costituzione a detern1inare lo sviluppo economico e sociale. Il Gruppo, canalizzando nuove energie, impegnate o no politicamente, lungi dal con6 Per la genesi e l'attività del Gruppo, fino al 1965, vedi Mario Dilio Il Gruppo dei Meridionalisti, in « Realtà del Mezzogiorno», febbraio 1966. 114 BibliotecaGino Bianco

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