Aldo Schiavone una spiegazione unitaria del fenomeno urbano ad una disciplina composita in cui confluiscono molti interessi disciplrinari, di cui queHi sociologici sono solo una par,te, anche se prevalente». Le «fasi» di un simile sviluppo sono per l'Autore agevolmente distinguibili in periodi « che pur rappresentando de11e divi1sioni in qualche 1nodo arbitrarie, posseggono una loro utilità descrittiva, in quarnto identificano modi diversi di cO'llcettualizzare i problemi della società urbana». Vi è un primo periodo, che si conclude con Weber, dei « precursori europei », il cui connotato è dato dallo « studio storico della formazione degli elementi costitutivi della società urbana ». Segue poi un periodo « dei precursori americani», in cui « domina l'interesse per i proble1ni sociaili del,la città e si sviluppa anche l'illlteres,se per l'analirsi statistica dei fenomeni urbani ». La tappa successiva è data dalla formazione della « scuola di Chicago», la quale segna il « periodo aureo della sociologia urbana, che culmina CO'llla nascita dell'ecologia umana». Gli uHimi due momenti di sviluppo sono dati dalla « crHica all'ecologia, sino al lavoro dello Haweley », ed infine daUa ricerca più strettamente contemporanea, caratterizzata dal porsi della sociologia come « disciplina composita». In armonia con questa iinterpretaZJÌone, la raccolta antologica si divide in due parti: la prima dedicata ai « precursori europei»; la seconda ai « pre~ cursori americani» ed agli studiosi della scuola di Chicago, sino alle soglie della ricerca contemporanea ( di cui è dato ne1l'introduzione qualche cenno, ma i cui autori non sono compresi nella raccolta). Una periodizzazione così fitta, con la serie di inevitabili arbitri e forzature che essa comporta - e di cui l'autore è cosciente - per comprendere poco più di cent'anni di storia, se da un lato rende ben conto del notevole sforzo chiarificatore compiuto da Martinotti per ordinare in un qualche modo plausibile un materiale documentario assai complesso e per lo più storicamente «vergine», è d'altra parte destinata a venir superata; deve. quindi es,sere considerata solo come un momento d'approccio, una prima impalcatura classificatoria, da lasciar cadere nel momento in cui la presa di coscienza storiografica si faccia più adulta e robusta. Come « preoursori europei », Mar ti.notti sceglie pagine (di cui analizza nell'introduzione le prospettive) di Fustel de Coulanges, Glotz, Pirenne, Botero, Weber, Simmel, Ratzel, Christaller e Mortara. A prescindere dall'inserimento di Botero, che spezza un di·scorso omogeneo, per introdurvi una componente assai interessante ma che, in una valutazione necessariamente frammentaria e frettolosa (ed il pensiero corre, per converso, aille insuperate paigine di Chabod) non può non riuscire poco più di un riferimento erudito, l'int·rodurre una ricostruziorne della storia del,la sociologiia urbar1a con una triade di s·torici (Fustel de Coulanges, Glotz, Pirenne) appare oggi rigorosamente legittimo. Si tratta, beninteso, e Martinotti lo sottolinea con cura e sensibilità, di personalità diversissime, fo:rmatesi in ambienti culturali spesso non compariaibili, e che hanno esercitato i1 l loro lavoro di storici su realtà documentarie tra loro assai lontane. Ma, pur per vie. così disgiunte, esse 108 BibliotecaGino Bianco
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