Aldo Canonici cui la prossemica poggia e le utilizzazioni pratiche che di questa ·scienza s1 possono fare. Per individuare il rapporto tra il comportamento umano e le distanze occorrerà innanzi tutto rifarsi al modo in cui gli animali usano lo spazio. Una prima osservazione abbastanza sorprendente è che ciascun ani1male vive circondato come da UIJla serie di bolle che servono a m1 antenere la di 1smnza conveniente tra i vari individui. La prima distanza può essere definita di fuga. Ciascun animale cioè consente all'uomo o ad altro animale di avvicinarsi solo fino a un certo limite, oltrepassato il quale fugge. Basti pensare, ad esempio, all'uccello cui offriamo le briciole di pane o al gatto randagio che vogliamo accarezzare. Di regola esiste un rapporto proporzionale tra la grandezza dell'animale e la sua distanza di fuga: più grosso è l'animale, maggiore la distanza che tende a mantenere tra sé e il suo potenziale nemico. Qualora però la distanza di fuga venga oltrepassata, si ha la distanza critica. Il leone, quando avverte l'uomo troppo vicino per poter fuggire, decide di assalirlo. Sia la distanza di fuga che quella critica entrano in gioco quando si incontrano individui di specie diverse. Se gli incontri avvengono invece tra membri della medesima specie, subentraino altre due distanze: la distanza personale e quella sodale. Per mantenere la prima, l'individuo debole cede il campo a quello più forte. La di,stanza sociale costituisce invece una vera e propria fasoia naiscosta che tiene insieme il gruppo e che permette ai rispettivi membri di non perdere H contatto. Una ulteriore considerazione circa l'uso dello spazio da parte degli animali: per ragioni in gran parte ignote vi sono specie che pratioano il principio del contatto e vivono in branchi ove i singoli membri sono ammucchiati insieme (i trichechi, i maiali, i pipistrelli), mentre altre praticano il principio del non contatto (il cane, il cavallo, ecc.). Le considerazioni che si fanno per il comportamento degli animali possono essere, entro una certa miisura, estese anche all'uomo. Naturalmente, nel caso dell'uomo la distanza di fuga e la distanza critica non rientrano più tra le possibili reazioni, pern1angono invece la distanza personale e queHa sociale. Si può anzi aggiungere la distanza «pubblica» che inizia a partire oltre i tre metri e mezzo e che è netta.mente al di là della sfera. di coinvolgimento. Le sottili espressioni verbali tendono qui a perdersi e vengono sostituite dai gesti e dalla positura del corpo. Al punto in cui le persone sembrano formiche, il contatto con loro in quanto esseri umani svanisce rapidamente. La tecnica ha capovolto per l'uomo i concetti tradizionali nei riguardi della distanza sociale, la quale risulta dilatata grazie alle scoperte e alle invenzioni. Oggi infatti attraverso la radio, la televi:sione, il radiotelefono l'uomo può. integrare l'attività di gruppi anche a notevoli distanze. Non bisogna però dimenticare che le distanze acquistano valori diversi in diversi modelli culturali; verità spesso trascurata con· la conseguenza di spié\.cevoli fraintendi104 BibliotecaGino Bianco
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