Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Angerio Filangieri dustriali e terziarie), la rete stradale secondaria dovrà consentire i più rapidi movimenti pendolari della manodopera ed un efficiente movimento dei prodotti e dei mezzi produttivi fra questi. Mentre i sistemi stradali antichi allacciavano per lo più « in serie » abitati che non avevano una differenziazione funzionale e superavano le asperità del suolo percorrendo lunghe linee di dosso, oggi l'orientamento dovrebbe essere ben diverso. Ai sistemi di collegan1ento lineari dovrebbero sostituirsene altri più o rneno radiali, con origine nei centri dotati di attività industriali o terziarie e diretti verso i villaggi agricoloresidenziali. Attraverso tali tronchi, i surplus di forze di lavoro (perenni o anche solo stagionali) dei villaggi agricoli, dovrebbero potersi concentrare con comodi movimenti pendolari nei centri maggiori. Ogni singolo sistema radiale dovrà, quindi, preporsi un centro e dei raggi di lunghezza tale da consentire i detti flussi pendolari. Questi singoli sistemi stradali, destinati a saldare i luoghi di residenza con quelli di lavoro, oppure quelli di lavoro agricolo con quelli di lavoro extragricolo, dovrebbero, in sostanza, servire a rendere compatibile la vecchia struttura residenziale di tipo agricolo con le integrazioni di tipo industriale e con l'i,s,tituzione di certi servizi, concentrati in un limitato numero di punti. Se ogni regione interna non provvede innanzi tutto ad ubicare una serie di questi centri o « punti focali di zona », opportunamente distanziati ed inseriti su un sistema di superstrade, non potrà procedere alla ristrutturazione della viabilità secondaria che a tali punti va riferita. Se in collina non si ammettessero trasferimenti pendolari oltre i 25 km, l'ubicazione di tali centri di zona andrebbe fissata ad intervalli di 40-50 chilometri in linea d'aria e la dimensione delle zone integrate risulterebbe in conseguenza di .150-200.000ettari. È a questi parametri che i « piani zonali » dovrebbero riferirsi per avere un minimo di autonomia. La stessa struttura radiale, ma questa volta di strade terziarie ad unica carreggiata, dovrebbe molto spesso riprodursi, in scala elementare, fra i singoli abitati agricoli ed il loro hinterland coltivato, pascolivo e forestale. Una importante distinzione che i Ministeri e la Cassa per il Mezzogiorno dovrebbero pertanto accogliere è quella fra le caratteristiche funzionali e tecniche dei tipi di s.trade. Mentre per le strade secondarie gli obiettivi di efficienza (riduzione dei tempi di percorrenza) sono essenziali se si vogliono migliorare le condizioni di abitabilità dei luoghi abitati, per le strade terziarie, ove il traffico sarà estremamente debole e molto meno esigente in termini di « tempo », le soluzioni ad una corsia e con tracciati poco rettificati possono consentire a parità di costo uno sviluppo all'incirca doppio della rete, e questo ci sembra 98 BibliotecaGino Bianco

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