Giorgio La Malfa quindi a mantenere il sistema economico nel suo comp1 lesso in oondizioni di sottoccupazione. Da quesito argomento sembra discendere la conseguenza che una politica economica non fondata prevalentemente sulla politica monetaria potrebbe acceler.are il processo di assorbimento della disoccupazione in Italia. Una analisi più rigorosa naitura'lmente porta a conclusioni diverse e meno semplicistiche sulla politica economica necessaria ad avviare a soluzione nel nostro paese il problema della disoccupazione e sul ruolo della politica monetaria nello sviluppo economico. (Tra l'altro, se fosse vera la tesi che il persistere della disoccupazione è largamente da imputarsi all'uso prolungato ed esclusivo della politica monetaria, non dovrebbe essere necessario formulare e cercare di rendere operativa una politica di programmazione economica, poiché non avrebbe importanza, ai fini del riassorbimento della disoccupazione, la composizione della domanda aiggregata, ma solo il suo livello complessivo: ma su questo torneremo più oltre). Tuttavia, proprio per l'ampia diffusione di queste opinioni, che, pur se raramente formulate con chiarezza, possono essere rioonosciu te in numerose affermazioni relative a particolari problemi di politica economica, sembra opportuno cercare di ricostruire l'analisi economica che le sorregge per saggian1e la validità. Un buon punto di partenza per questa esplorazione è costituito dalla relazione presentata, nel Convegno di Napoli, dal dr. Capuani, le cui condlusioni principali sono state riprese da buona parte degli oratori intervenuti ed in particolare dall'on. Granelli che ha pronunciato un ampio discorso a conclusrione del Convegno 1 • In sostanza l'argomento di Capuani, che mette conto di riportare per esteso, è stato il seguente: secondo le stime del cosiddetto « progetto '80 », con un tasso di crescita del reddito naziona:le dell'ordine del 5-6% dovrebbe essere possibile assorbire l'offerta di lavoro dell'anno finale del progetto che, a seconda che si adotti una ipotesi più o meno ottimistica sull'andamento delle forze di lavoro, dovrebbe aggirarsi sui 21-22 milioni di persone. Tuttavia, una occupazione di 21-22 milioni nel 1980 corrisponde, date le previsioni sull'andamento della popolazione, - osserva Capuani - ad un tasso di partecipazione delle forze di lavoro del 37,5 % circa. Poiché · tale tasso di attività è più basso di quello di paesi che hanno oggi una struttura economica ed un reddito pro-capite piu o 1 Si veda, per esempio, il resoconto del Convegno su « Il Popolo » di lunedì 23 giugno 1969. 8 BibliotecaGino Bianco
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