Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

. "' Argom.enti cioè la mancanza di quel cli1na fiscale del tutto particolare - ad esempio quello inglese, che permette un'operazione del genere con la purchase tax - in forza del quale si può procedere a drastiche esenzioni per i consumi che costituiscono la percentuale più rilevante delle categorie meno abbienti e che agiscono notevolmente sul gettito fiscale, rivalendosi per il minor gettito su altri consumi con aliquote elevatissime; 2) l'enorme peso delle aliquote IVA, dopo l'incorporazione delle quote fiscalizzate dei contributi di previdenza, produrrebbe le caratteristiche di un'incidenza largamente diffusa sopra i consumatori; 3) il rischio che l'IVA a struttura semplificata, in conformità delle limitate possibilità tecniche attuali, provochi le rimostranze dei paesi della CEE e di altri paesi per quanto riguarda i relativi rimborsi e le aliquote compensative, e che quindi si accentui la tendenza già in atto da parte degli Stati a modificare i propri sistemi tributari per 1nigliorare la capacità competitiva delle proprie industrie. Tra gli effetti della fiscalizzazione dei contributi di previdenza sociale uno, immediato, è che essa attuerebbe compiutamente le finalità redistributive del reddito, strettamente inerenti al concetto stesso di sicurezza sociale. Nella misura, infatti, in cui il finanzia1nento avviene mediante imposte e l'erogazione delle prestazioni è informata unicamente ai bisogni dei beneficiari, l'onere subìto dai contribuenti è un trasferin1ento passivo vero e proprio, cioè un pagamento a fondo perduto, poiché ad esso non corrisponde l'acquisizione diretta di alcun diritto, e il beneficio goduto dagli assistiti è un vero e proprio trasferimento attivo, che non è subordinato al requisito di una precedente contribuzione. Invece nel caso in cui, come avviene attualmente, il finanziamento poggia su contributi sociali, alla cui corresponsione è connessa l'acquisizione del diritto aille prestazioni, non è pienan1ente legittimo, dal punto di vista economico, interpretare tanto il pagamento dei contributi quanto l'erogazione delle prestazioni come trasferimenti senza contropartita a carico degli assicurati. Altro effetto, nella considerazione che i carichi sociali sono un elemento dei costi del lavoro, sarebbe la « derubricazione » della cosiddetta « penalizzazione dell'occupazione », in forza della quale i contributi rappresentano una componente assai rilevante della produzione e, soprattutto nei casi in cui opera il n1assimale, comportano un più elevato costo delle spese delle imprese che hnpiegano mano d'opera a bassi salari, rappresentando una forma di tassazione regressiva di tali imprese. La riduzione dei costi di lavoro conseguente alla fi.iscalizzazione risponderebbe all'esigenza di eV'itare taluni rischi della concorrenza 1n91 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==