Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

E1nilio Nazzaro tributo; inoltre, motivi tecnici rendono difficilmente tassabili le spese - delle categorie più abbienti. In un'economia moderna, poi, il sistema tributario deve commisurare l'imposta, per quanto è possibile, a.Ue basi personali, modulare l'onere a seconda della situazione soggettiva jn cui si trova il contribuente. Nei limiti in cui si voglia attuare la personaliizzazione del sistema non si può non ricorrere alla imposizione diretta. La scelta è suggerita anche da un'altra considerazione, relativa alla crescita culturale della popolazione italiana. Si è sempre sostenuto che in Italia fosse necessario ricorrere alla imposizione indiretta, sulla base che il fisco viene considerato più con1e uno strumento di sfruttamento che di utile finanziamento dei bisogni collettivi, e che le imposte indirette sono ricche di ogni pos,sibile tipo di illusione finanziaria ottimistica e consentono di spingere la presisione tributaria oltre il limite che sarebbe tollerato se la verità fosse chiaramente conosciuta attraverso le aliquote delle imposte dirette. Tale opinione va riesaminata: sia perché il contribuente, oramai più evoluto e consapevole, vuole relazioni fiscali chiare e precise e riconosce come inevitabili certe esigenze di tassazione, sia perché anche lo Stato sembra avere idee più chiare sulle conseguenze economiche che derivano dalle scelte tributarie. Accennian10, infine, all'argomentazione secondo cui le imposte dirette sono lo strumento più idoneo a realizzare i fini di uno Stato veramente moderno. La politica finanziaria acoetta fra i suoi postulati la redistribuzione del reddito, la stabilità economica e lo sviluppo del reddito come compiti specifioi al di fuori di ogni neutralità; modello, quest'ultimo, che poteva valere nei tempi in cui l'attività economica si prefiggeva esclusivam,ente lo scopo di alin1entare il bilancio dello Stato cercando di turbare il meno possibile l'equilibrio economico. La fiscalizzazione degli oneri sociali va perciò realizzata attraverso le imposte dirette; ed ovviamente, per quan~o si è detto in precedenza, attraverso le imposte progressive personali. Per completezza aggiungeremo che non si può fare ricorso alle imposte indirette previste dalla riforma, quali l'IVA e l'ICO, per i seguenti motivi: 1) la posizione dell'IVA, come metodo di imposizione generale sui consumi, è poco congrua iri quanto occorrerebbe una imposta sulla fase di scainbio più vicina al consumo finale. A tale proposito, potrebbe attuarsi accanto all'IVA, con valori di aliquota relativamente bassi, un'ICO, i1 mposta differenziata sui consumi, con aliquote più. alte. Ma per quanto l'ICO possa realizzare una razionale discriminazione dei tassi d'imposta sui vari consumi ed altrettanto razionali e ponderate esenzioni, essa cozzerà contro un ostacolo. insuperabile, e 90 BibliotecaGino Bianco

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