GIORNALE A PIU'. VOCI , Mansholt a Bari Esiste una via meridionalista allo sviluppo dell'Europa? Mansholt, nel suo messaggio al recente convegno di Bari, ha risposto affermativamente e ha dichiarato che la Comunità europea è aperta ai problemi del Mezzogiorno, consapevole che la sopravvivenza di una grossa sacca di depressione e di arretratezza, nell'Italia meridionale, pregiudica oggettivamente il processo di unificazione politica dell'Europa. I.I messaggio del ministro olandese Sicco Mansholt, vice presidente del Mercato Comune, ha introdotto un elemento di fiducia nel convegno meridiona1ista che, aUa Fiera del Levante, il Centro· studi sulle Comunità Europee (ha sede a Bari ed è presii.eduto dalil'on. Codaoci-Pisanelli) ha organizzato per esaminare, appunto, i rapporti tra il Mezzogiorno e il Memorandum-Agr.icol,tura '80 (Piano Malilsholt), cioè per stabil.ire la portata ed i limiti della interpretazione meridionalista di un progetto destinato - se fatto pro,prio dai paesi assodati - a dare un nuovo asisetto ail11'agiricoltura europea, ad elevarne i redditi, ad assicurare condizioni di vita più civili alla gente dei campi. Naturalmente, le conseguenze del Piano Mansholt non sarebbero solo settoriali: infatti non è lin gioco soltanto una prospettiva economica, ma una prospettiva sostanzialmente politica che investe il processo di integrazione europea. La premesisa da cui parte Mansholt è questa: l'unità politica dell'Europa dirpende dal destino dell'agricoltura, dalla « rivoluzione agraria» che si sarà capaci di realizzare nei prosis,imi d:iieoi anni. Finora, nei sei paesi del MEC, 1e attività agricole sono state praticate, prevalentemente, in maniera troppo individualriistica; sii è operato .in regime protezionisitico, senza coord:iinamento, s.i sono creati drammatici squilibri territoriali e all'interno delle stesse produzioni. Si è fatta una politica dei mercati e di sos,tegno dei prezzi, i mali de11'agdcoilitura europea non sono sitat~ curati ahl'oriig.me ne11e aziende e l'unica preoccupazione è sta1a quella di dare, comunque, un reddito fittizio agli agricoltori. Oggi, alle soglie degli anni Settanta, il Piano Mansholt indica una nuova strategia: una politica di natura strettamente economica, una politica del~e strutture con aziende più ampie, tecnologicamente avanzate e associate; mira ad una agricoltura di gruppo e indica nella cooperazione il mezzo per raggiungerla. Nella «filosofia» del Piano, la politica delle strutture è uno degli obiettivi, e uno dei metodi, primari. Potrà però, avverte Mansholt, 47 BibliotecaGino Bianco
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