Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

Luigi Mendia coscienza del problema degli inquinamenti provocati dalle attività industriali stesse, per contribuire a risolverlo. È questo un argomento la cui soluzione non va affrontata, per così dire, con la politica del « braccio di ferro » o dei « blocchi », ma bensì nello spirito della più ampia collaborazione tra quanti sono ad esso interessati, come ad es. Enti di gestione di acquedotti, Comuni, Consorzi di bonifica, Consorzi industriali, programmatori; non nello spirito di un'imposizione di carattere fiscale ( da subire « obtorto collo»), ma nello spirito risolutivo di un problema di interesse comune. Questo interesse è rappresentato dalle esigenze delle comunità cittadine minacciate in certi diritti alla salute ed alla estetica, dalle esigenze di tipo naturalistico (indirettamente anche di tipo economico) e dallo sviluppo dell'economia territoriale, in senso lato, ed industriale in particolare. Se ad esempio: lungo un corso d'acqua si determinano degli insediamenti industriali, senza che ,siano predisposte le dovute opere terminali di epurazione, ovviamente, la qualità del corpo idrico recipiente verrà di conseguenza a decadere. A prescindere dalle altre implicazioni di natura estetica, igienica e naturalistica ora accennate, inevitabilmente le industrie a valle, che da quel corso d'acqua prelevano le acque per i propri fabbiiSogni, verranno a risentire delilo scarico indiscriminato praticato dalle industrie a monte. È questa· un'ipotesi, pur se banale, per · chiarire com.e l'inquinamento possa far sentire le sue ripercussioni negative nell'ambito dello stesso settore industriale. In pratica, l'industria a valle dovrà sottoporre le aoque, che preleva per le proprie esigenze, a dei trattamenti il cui onere, come dianzi accennato, varierà a seconda del carico inquinante che esse presenteranno nella zona di prelievo. Ma se poi le acque dello stesso fiume verranno prelevate anche per l'agricoltura e per l'abbeveramento del bestiame, il danno sarà ancora più grave perché andrà ad interessare un altro settore; anche se per adesso ci limitiamo a considerare il problema in termini economici qualitativi e non quantita~ tivi. Si vuole citare come la produzione agricola e vinicola della valle della Bormida sia risultata qualitativamente comp1 romessa dagli scarichi di acque industriali in quel fiume. A prescindere da que- . stioni di diritto, sarebbe interessante poter valutare se convenisse, per l'economia della zona in questione, spingere di più le attività industriali o quello agricole; ci sembra questo un caso tipico da ris-olve:rsi nello sviluppo di un piano territoriale. Cosi, ad es., se un corpo idrico o una fascia costiera sono destinati a scopo turistico o bailneare, sono queste attività che subiranno i danni di un 36 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==