Università, regioni, città ·nisteri, mancanza di agili procedure di assegnazione dei lavori e di spesa n. Senza contare poi, e ciò a noi sembra più grave, che gli 82 miliardi sono stati ripartiti fra tutti gli atenei italiani col consueto sistema della formazione di un inventario .delle richieste e della suddivisione dei fondi tra i richiedenti in misura più o m.eno proporzionale all'ammontare delle richieste stesse. Tali sistemi prescindono evidentemente dalla valutazione di criteri di priorità e, pertanto, nella misura in cui implicano -dispersione di riisorse e non concentrazione di mezzi per il soddisfacimento di esigenze prioritarie, finiscono costantemente per danneggiare il Mezzogiorno. Esempi .del genere ci inducono a ritenere che, pur avendo la spesa statale per l'istruzione -raggiunto un livello assai elevato, una più funzionale utilizzazione di questa spesa potrebbe rendere disponibili margini ben più ampi per interventi a favore dell'istruzione superiore nel Mezzogiorno, in base alle indicazioni che ci siamo sforzati di elencare e in una visione strategica del riequilibrio dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione tra le« due Italie ». I mezzi per intervenire a favore delle strutture universitarie del Mezzogiorno potrebbero, peraltro, essere ricercati anche al di fuori dei bilanci ministeriali, specie se una politica meridionalista per l'università, come molto opportunamente suggeriva il prof. Saraceno, dovesse essere basata anche su interventi di carattere straordinario « in vista di renderla al più presto conforme al tipo di sviluppo che si pensa di pro1nuovere ». Si potrebbero cioè chiamare in causa gli organi dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno a favore delle iniziative per nuove università meridionali: delle « nuovie » università, si badi, e non per tappare i buchi dell'intervento or.dinario nelle sedi esistenti, secondo la deprecata prassi 27 Ricaviamo questi dati dall'inchiesta sull'edilizia scolastica· di A. Lainucara ne « Il Globq » del 30 marzo 1%9. Accennando a quanto - grazie alle previsioni di spesa per l'università del piano finanziar.io per il 1%7-71 e alle disponibilità della legge 641 - si potrebbe fare per il potenziamento delle strutture universitarie (ad esempio si potrebbero realizzare 13 nuove università di 10 mila studenti ciascuna), Bruno Zevi ha ribadito, ne « L'Espresso » del 19 maggio 1969, recensendo il saggio L'università in espansione di Coppola-D'Anna-Pignatelli, che sdamo « largamente impreparati» in materia di pialllificani.one universitaria. Ed ha a sua volita sostenuto la necessità di « formulare una politica sulla localizzazione, sul dimensionamento, sui raggi d'influenza delle nuove sedi universitarie, sui rapporti con i centri urbani, sui modelli spaziali e sulle tecniche costruttive». 29 Bibli.otecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==