Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

Università, regioni, città , ·anche una apposita legge, finora rimasta inapplicata per i campanilismi regionali non mai abbastanza deprecati) - iniziativa prioritaria fra tutte quelle che si dovranno adottare per rafforzare l'univei;-sità meridionale - potrà in parte attenuare la congestione delle sedi di Napoli e Bari. Ma potrà attenuarla solo in minima parte, e per le sole facoltà di cui è prevista l'istituzione nell'ambito dell'università calabrese, se è vero che la popolazione studentesca calabrese 11011 gravita tutta su Bari e Napoli, ma gravita sulle sedi siciliane e, in misura notevole, « salta » addirittura il Mezzogiorno per convergere sulle sedi ,dell'Italia centrale e settentrionale. Lo stesso discorso è valido anche nell'ipotesi della istituzione di una università in Lucania, che pure ci sembra necessaria. Pertanto, :al problema .della creazione di nuovi atenei in regioni meridionali che ine sono sprovviste, si deve aggiungere quello della creazione di nuovi atenei anche nelle regioni in cui le sedi esistenti s1 offrono di sovraffollamento. È il caiso, in primo luogo, della Campania, dove il problema va inquadrato nelle scelte di fondo della pianificazione ,del territorio regionale. Ci sono, infatti, in Campania, problemi ,di rioridinamento urbanistico della metropoli napoletana, problemi di « accompagnamento » dello sviluppo di centri che già danno p,rovia di dinamismo, come Salerno e Caserta, e problemi di rottuva ,del sottosviluppo di centri ohe danno prova di ristagno, come Avellino e Benevento. Sono questioni grosse, e non sempre .la classe dirigente regionale ha mostrato di sapersi porre di· fronte ad esse con la necessaria lucidità di idee, serietà di impostazione e ampiezza di vedute. C'è quindi il ,rischio che le questioni della ristrutturazione dell'ateneo napoletano, da un lato, e della creazione della seconda ed anche della terza università campana, dall'altro lato, possano es,sere immeschinite da beghe di facoltà, di gruppi o di interessi edilizi - le prime -, e da beghe di campani-le, le seconde. In tal caso, ·sivanirebbe evidentemente la possibilità di adoperare gli insediamenti universitari ai fini di una politica •di pianificazione riegionale. Politica che, invece, proprio dall'inserimento degli interventi per l'università, potrebbe ricavare motivi di grande interesse e risultati molto proficui. « Le città medie del Sud, pre-industriali e burocratiche, sono spesso un cuore stanco in un corpo stanco », affermava il direttore del Magistero di Salerno, prof. Roberto Mazzetti, in un dibattito sull'istruzione · superiore nel Mezzogiorno; e aggiungeva: « L'università aperta sulla 23 BibliotecaGino Bianco

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