Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

Ernesto Mazzetti regionali, pur grav1tando per talune funzioni ,di più alto livello (di decisione, scientifiche, finanziarie) sulle metropoli regionali. È uno schema, naturalmente, ma pensiamo che attraverso questo schema e le proposte che possono derivarne, il discorso sulla dimensione meridionalistica del problema universitario italiano si ·saldi al ,discorso sulla prospettiva meridionalista del problema metropolitano italiano. L'università, infatti, o meglio l'azione per una più equa distribuzione delle sedi universitarie, è uno degli strumenti cui si può far ricorso anche ai fini del rafforzamento dei valori metropolitani e quindi del sistema urbano del Mezzogiorno. Se davvero si vogliono creare dei « contromagneti » - ispirandosi in qualche modo alle linee ,dell' aménagement du territoire francese - per trattenere e valorizzare nel Mezzogiorno il capitale umano meridionale, e utilizzarlo nella politica di sviluppo, occorre attrezzare come sedi univ;ersitarie le città meridionali: quelle, naturalmente, qualificabili come metropoli regionali ai fini di un riequilibrio del ·sistema urbano nazionale e, in taluni casi, ove lo richiedano situazioni demografiche e la presenza o la previsione di attività produttive particolarmente rilevanti, anche città secondarie, specie se qualificabili come città di equilibrio delle armature urbane regionali. 6. Nuove università nel Mezzogiorno, come sostegno per l'industrializzazione e per l'equilibrio della struttura urbana nazionale: ma dove, nel Mezzogiorno? di quali dimensioni e con quali cara tteristiche? Il primo quesito da affrontare è, metodologicamente, quello delle dimensioni. L'ing. Martinoli, nel suo studio L'università come impresa ,suggerisce alcune cifre: 2.000 student,i come dimensione ottimale per la facoltà; 10-12 mila studenti come dimensione ottimale per l'ateneo. Naturalmente, il numero degli allievi compatibile per ciascuna .facoltà in rapporto alle necessità di spazio e at# trezz.ature, varia secondo il tipo di facoltà, dal momento che le facoltà mediche e tecniche richiedono maggior spazio per studente di quanto non ne richiedono le facoltà umanistiche. Comunque, ciò che più ci interessa è che, rispetto alle dimenSiioni ottimali per ate:i;ieoe facoltà indicate dagli esperti, le sedi del M-ezzogiorno continentale risultano già da tempo fuori dei « limiti di guardia». La realizzazione dell'università calabrese (per la quale esiste 22 BibliotecaGino Bianco

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