Nord e Sud - anno XVI - n. 114 - giugno 1969

Università, regioni, città ture, è probabile che una deficienza tipica delle aree sottosviluppate - cioè l'insuflicienna di qualificazione tecnica del fattore umano - si riveli molto più grave che in passato e ciò a causa dell'intensità del processo tecnologico. Oggi, infatti, la scienza è sempre più inserita in un gran numero di manifestazioni produttive. Il problema tecnologico che si pone nel Mezzogiorno non è dunque soltanto quello di localizzare ,delle produzioni ohe si definiscono ad alto contenuto di tecnologia: il problema è di promuovere in tutta l'area, ·e non in poche isole, ,H processo di formazione del fattore umano e delle altre condizioni necessarie per il nuovo tipo d'industria che viene ,delineandosi. Ci troviamo cioè di fronte al1' esi.genza ,di innalzare il livello generale di qualificazione di tutte le forze di lavoro meridionali, per .far loro raggiungere una produtt1ività vicina a quella prevalente nel resto del paese. Altrimenti l'ampia disponibilità di lavoro non qualificato servirà sempre meno a neut·ralizzare gli svantaggi derivanti dalla carenza di quadri tecnici e direttivi, ,di efficienti strutture di ricerca e servizi. È sulla base .di queste analisi che Saraceno sostiene che requisiti essenziali per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno sono adeguate infrastrutture di ricerca e disponibilità di quadri 1 aziendali di livello idoneo. L'università meridionale attualmente non è in grado •di soddisfare tali requisiti: le sedi universitarie sono poche, e pochi i corsi di laurea più rispondenti alle esigenze dello sviluppo industriale; deficienti le attrezzature, nulli o quasi i so-- stegni esterni all'attività ,di ricerca. Senza contare il quadro socioeconomico che rende le sedi meridionali meno ambite dai docenti, onde t,ali sedi sono punti di passaggio, più che punti di concentriazione, per il personale docenti ai più alti livelli. Ed ecco dunque la conclusione di Saraceno, già accennata prima: l'adozione di misure di ca·riattere uniforme per· tutto il territorio nazionale, che non tengano conto ,della partiicolare situazione in ,oui si trovano 'le .regioni meridionali, darebbe luogo ad un aumento del divario certamente esistente anche in questo campo. Occorre perciò dare una dimensione meridionalistica anche alla politica universitaria perché - date le connessioni tra politica di sviluppo e qualificazione del fattore umano - esiste una via universitaria per la promozione economica delle regioni deboli del nostro paese. 4. Una dimensione meridionalistica alla politica universitaria, dunque, da realizzare anche attraverso interventi straordinari, af17 Bi•bliotecaGino Bianco

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