Francesco C01npagna D'altra parte, su queste nostre indicazioni, dei repubblicani e del gruppo di studiosi che si raccoglie intorno a « Nord e Sud », su queste nostre indicazioni si è manifestata da qualche tempo una convergenza di consensi, anche di consensi ufficiali, e sia pure di consensi più spesso impliciti che espliciti. Penso, quindi,· per quanto riguarda il mio impegno di oggi, di richiamare la vostra attenzione, e non la vostra soltanto, su quelli che mi sembrano i più idonei punti di attacco per una politica di promozione dell'ambiente metropolitano, dei valori metropolitani, nellé> nostra città. Napoli è la terza delle quattro « città 1nilionarie » del nostro paese ed ha raggiunto ormai la soglia del milione e 300.000 abitanti. Questo significa che la popolazione è aumentata dopo l'ultimo censimento di quasi 100.000 unità. Confrontato questo aumento con quello delle altre città milionarie, Roma, Milano, Torino, esso risulta di limitata entità. E, infatti, mentrie negli anni '50 Napoli chiudeva il suo bilancio demografico con un sia pure non rilevante apporto annuo di nuovi cittadini, immigrati, in questi ultimi anni il saldo ·migratorio è risultato negativo. A differeriza di altri grandi centri del paese, e anche a differenza di altri capoluoghi di provincia, anche della nostra stessa regione; Napoli vede ridursi la sua forza di attrazione. Ma una certa forza di richiamo è dato invece ravvisare nei comuni che a Napoli fanno corona e che insieme costituiscono la sua area met,ropolitana. Si tratta ovviamente del richiamo indiretto di Napoli e della n1aggiore convenienza degli imn1igrati di eleggere questi con1uni minori dell'area metropolitana come nuova residenza, e d'altra parte sembra in aumento anche il moto centrifugo 'Onde da Napoli ci si trasferisce nei grandi « dormi tori » dell'area 1netropoli tana. Comunque sia, mi pare di poter affermare che il relativo alleggerimento della pressione demografica sarebbe un dato positivo se ad esso corrispondesse una maggiore vitalità economica. Ma mentre la città si dilata, non si decongestiona; ed è vero che il saldo del movhnento migratorio è passivo, ma rimane alto l'incremento naturale e basso l'incremento dei posti di lavoro. E poi c'è il tasso di attività, il rapporto tra popolazione attiva e popolazione residente. Questo tasso è a Napoli del 29,2 %, inferiore a quello medio della provincia ed anche a quello medio del Mezzogiorno. Inoltre, nell'ambito di questo 29,2% della popolazione attiva rispetto a quella residente, risulta rilevante il contingente della disoccupazione aperita e quello di coloro che, in grande prevalenza giovani, sono in cerca di prima occupazione (circa 13.000 all'anno). Si aggiunga che l'oc120 BibliotecaGino Bianco
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