Ernesto Mazzetti Dove invece si incontrano situazioni davvero patologiche è nel Mezzogiorno continentale: qui gli atenei sono soltanto due, Napoli con 52 mila allievi (che nel 1970 saranno più di 60 mila) e Bari con 30 mila. Salerno (il cui Magistero già ·supera per effettivi di popolazione studentesca talune sedi del Centro e del Nord articolate su più facoltà), L'Aquila, T'.eramo, Pescara, Chieti e Lecce sono facoltà autonome e assorbono un numero di iscritti oscillante tra i 600 e i 5.000. Quel ch'è ancora più grave è che il Mezzogiorno continentale è la sola area geografi.ca del paese dove, aUa patologica concentra- - zione di popolazione universitaria -in alcune sedi, fa riscontro la totale assenza di sedi universitarie in alcune regioni. La Calabria (2 milioni 100 mila abitanti) è priva d'università, e così pure la Lucania (700 mila abitanti) e il Molise (350 mila). È vero che anche la VaUe d'Aosta non ha univ,ersità e ohe, più ancora che della Valle d'Aosta (100 mila abitanti) ci sarebbe da tener conto dell'Alto Adi,ge, anche al fine - politico - di trattenere al di qua del Brennero gli studenti di lingua tedesca che oggi vanno a studiare in Austria. Ma rispetto alle condizioni di debolezza che il sistema universitario presenta nel Mezzogiorno, nesiSuno potrà negare che questi problemi delle zone montane del Nord abbiano minor grado di priorità. A questi primi dati possiamo aggiungerne alcuni aàtri, non meno significativi. Per l'incremento tumultuoso e patologico (nella misura, appunto, in cui è con11esso all'inesistenza di sedi universitarie nelle altre regioni) della popolazione studentesca di Napoli e Bari, il rapporto tra studenti e docenti si deteriora gravemente. Secondo i calcoli di Gino Martinoli 3, nel 1955 nell'università di Napoli vi era un ·docente ogni 58 studenti e in quella di Bari un dooente ogni 33 studenti (media del Centro Nord: uno a 26). Nel 1964, il rapporto è divenuto di uno a 63 a Napoli e di uno a 55 a Bari, contro la media di uno a 33 nel Centro-Nord. Nell'ambito delle strutture edilizie, sebbene gli spazi che le diverse sedi universitarie pongono a disposizione degli allievi siano in Italia quasi dovunque insufficienti, nelle sedi meridionali si 3 GINO MARTINOLI, L'università come impresa, Firenze 1967. Per una ricognizione statistica sul numero degli allievi, dei laureati e dei docenti delle università italiane si veda anche, di CELSO DE STEFANIS, Sistema universitario meridionale nel quadro della crisi dell'Università italiana, in « Critica meridionale» anno III, nn. 2-3, febmar., 1969. 10 BibliotecaGino Bianco
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