Recensioni passato, che offre argomenti favorevoli all'autonomia regionale. Ma, come è stato spesso ripetuto nel corso degli ultimi anni, il problema delle regioni non è né un problema storico né unicamente un problema di decentramento amministrativo. La regione è soprattutto una dimensione economica nuova, non definita, non congelata dai confini tradizionali fissati dalla burocrazia, destinata ad abbracciare zone configurate non più in base al cri,terio dell'uniformità del paesaggio, ma in base al criterio della coesione, in base, cioè, « al raggio di influenza che misura l'azione organizzatrice e unificatrice, di animazione e di coordinamento, che prende impulso da una gnande città-motrice, da una metropoli regionale» (Francesco Compagna, L'Europa delle regioni, ESI, Napoli, 1964, pag. 51). Che dire da questo punto di vista del Molise? Una regione che ha meno di 400.000 -abitanti e una superficie di circa 444 kmq, con un solo centro superiore a 20.000 abi,tanti (Campobasso) e appena due intoJ1no ai 10.000 (Isernia e TermoH), fortemente caratterizzata dalla dispersione della sua popolazione in centr.i piccoli e piccoUs,simi, distanti, estranei gli uni gli altr-i, e per la maggior parte privi di ragionevoli prospettive di progresso. Una regione dove m1 anca qualsiasi nucleo industriale o grosso centro urbano capace di animare e coordina-re l'attività produttiva, opponendosi alle forze centrifughe che la corrodono, e dorve anche l'agricoltura è povera e difficile. Una regione, infine, che diventa sempre più miargin:ale, anche rispetto al resto del Mezzogior-no. Se dunque dal punto di vista storico, il Mol,i•se ha una propria ragione di essere, dal punto di vista geografico ed economico non lo ·si può considerare come un organismo coerente, vitale e « relativamente autosufficiente». Del resto, anche il fatto che per il passato il Molise era considerato come il granaio di Napoli o addirittura come il vers,ante adriatico della Campania, dimostra che in realtà -il Molise ha sempre gravitato dal punto di vista economico intorno ad altre -regioni, Campania e Abruzzi, soprattutto; e ciò conferma che la soluzione m1igliore per il Molise non era quella di conquistare l'autonomia regionale, ma di s,membrarsi in modo che ogni sua parte potesse aggrega.:risi alla regione più vicina. Questo forse feri·sce il regionalismo dei mol,isiani, ma è un dato indiscutibile della moderna geografia. politica ed economica. D'altro lato, queHo dello smemb-ramento non è· un problema che colpisce soltanto il Molise, ma anche l'UmbTia, la Liguria: anzi, proprio in questi giorno, si sita attivamente discutendo la possibiLità di creare nel Nord un'umca regione, la Padania, destinata ad abbracciare oltre aH'area ligurepiemontese, anche la Lombardia, parte dell'En1il:ia e il Veneto. Infine,. ci sembra utile ,sottolineare, sia pure molto brevemente, l'utilità che lavori di geografia regionale, condotti con un sufficiente grado di approfondin1ento e con una certa sistematicità, potrebbero avere al momento attuale. Oggi la conosc~a geografica del mondo è sempre più necessaria; qualcuno ha affermato addirittura che i grandi focolai di crisi si trovano nei paesi in cui gli uomini non sono in grado di -risolvere i problemi del,la loro geografia. Ed è vero; in fondo, su scala minore, dietro i recenti fat,ti di Bat117 Bib·liotecaGino Bianco
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