Gaetano ·Greco-Naccarato E come mai l'on. Frasca, che sii dichiara tutt'altro che estraneo ai problemi storico-culturali calabresi, non si è unito a de Santis, a Belli ed al sottoscritto, quando denunciammo che il Nucleo industriale della Piana di Sibari includeva ben 280 ettari di zona archeologica, dichiarati intoccabili sin dal novembre 1964 dal Ministero della P.I.? Come mai non s'è fatto vivo allora? Le vocazioni culturali - a fatti e non a parole - bisognava sfoderarle soprattutto in quel momento e non oggi. Ed a proposito delle responsabilità che egli addossa ai poteri pubblici per la mancata ricerca archeologica a Sibari, sono spiacente di fargli osservare che l'iniziativa privata - Fondazione Lerici del Politecnico di M1ilano ed Università straniere - con mezzi propri ha fatto ciò che altri hanno eluso, anche perché il potere pubblico, specie quello locale - leggasi Provincia e Camera di Commercio, sui cui scanni egli sedette o siede - non mi risulta abbiano mai dedicato al problema archeologico della Piiana di Sibari l'attenzione che esso meritava, tanto è vero che l'invocazione pubblica del 1962 di « Sviluppi Meridionali », ripresa nello stesso anno da « La Voce di Calabria» e da « La Vedetta», con cui si chiese un Piano regolatore generale dell'intero co1nprensorio della Sibaritide cadde nel silenzio più assoluto. Alla Provincia ed alla Camera di Commercio di Cosenza non c'eravamo noi: c'era tra gli altri l'on. Frasca, per cui se ha da muovere degli appunti li indirizzi semmai a se stesso. Il consigliere o presidente era lui e non noi. Il deputato è lUJie non noi. Continuando nella ·sua conferenza, l'on. Frasca ha poi affermato che « l'avvenire de1la Calabria deve essere opera dei calabresi che - egli ha detto - si sono ormai posti il problema dello sviluppo della regione grazie al Comitato per la programmazione regionale economica che ha disposto uno schema di sviluppo regionale. Questo schema prevede la mobHitazione di tutte le risorse economiche di cui disponiamo, dall'agricoltura ail turi 1 smo, alle attività terziarie .. Il porto di Sibari si inquadra, appunto, nelle linee di questo sviluppo. Noi - ha proseguito più oltre Frasca - non abbiamo mai creduto al porto di Sibari come alla panacea che ci avrebbe fatto guarire da tutti i mali. Il porto è da considerarsi come una grossa infrastruttura capace di fare da spinta al processo di industrializzazione di tutta la zona. Perciò noi non siamo stati d'accordo con chi avrebbe voluto relegare il porto ad un semplice porto turistico. Di esso vogliamo che se ne conservino le caratteristiche di porto petrolchimico. Diversamente - si è chiesto infine l'oratore - perché avremmo dovuto esaltare fino a questo m.omento i suoi alti fon:dali? ». L'on. Frasca è ossessionato dall'idea che lo sviluppo della Calabria possa avvenire anche col concorso di gente non calabrese. La sua è 106 BibliotecaGino Bianco
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