Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

... Massi1110 Galluppi questa iniziativa era semplice e poco impegnativa. All'epoca della Amministrazione Jo,hnson. le relazioni tra gli Stati Uniti e l'Euro,pa erano cadute ad un livello coisì basso che il nuovo Presidente no1 n aveva praticamente altra scelta che cercare di miglior~rle. Tuttavia l'aspetto, essenziale del pro,blema era le revisio,ne della politica asiatica. E in realtà niente si sa anco,ra su quello che Nixon inte11de fare per rivedere la natura e le dimensioni dell'impegno americano in Asia e cosa questo significhi in termini di strategia globale. Negli uJtimi quattro 1 anni, la politica asiatica degli Stati Uniti è stata condizionata dal problema ·vietnamita. Con la sua presenza ossessiva la guerra ha infatti paralizzato ogni iniziativa che no,n fosse determinata dalla stretta necessità di garantire la sicurezza e l'efficacia operativa del corpo- di spedizio·ne i1npegnato nel Sud Est asiatico. La soluzione della crisi vietnamita è quindi la compo,nente essenziale di una nuova strategia a.mericana in Asia. Da questo punto di vista, i primi passi dell'Amministrazio•ne Nixon sono stati del tutto coerenti, perché il nuovo Presidente l1a detto di essere disposto· a trattare una soluzione negoziata del co,nflitto. Naturalmente nessuno può dire se Nixon sia veramente disposto, a fare quanto è necessario per arrivare rapida,mente alla pace. Tutto lascia prevedere, peraltro, che egli non abbia rinunciato affatto all'idea di . « passare alla storia » ( come già Eisenhower nel 1953) co,me l'uomo che e riuscito a to,gliere l'America dal pantano di una guerra asiatica dura ed estremamente impopolare. Ma la soluzione ·della crisi vietnamita è soltanto, il primo passo verso una revisione della strategia asiat 1 ica degli Stati Uniti. Un.a volta liquidata la guerra del Vietnam, gli americani avranno risolto! il problema più urgente, ma non tutti i problemì. Nei prossimi annri si troveranno di fro,nte ad altri foco,lai di tensione, come era il Vietnam dieci anni fa. E co,n la Cina, si troveranno di fronte ad un nemico ostinato e pericoloso, deciso, a sfruttare fino in fondo il vantaggio della propria posizio,ne geografica (la possibilità di intervenire direttamente in tutti i paesi del subcontinente asiatico). Se non vo,rranno trovarsi invischiati in un conflitto co1 me quello, che stanno combattendo da sette anni, gli Stati Uniti dovranno chiarire lo scopo della lo-ro presenza in Asia e la natura e i limiti del loro impegno. Le scelte che hanno di fronte sono sostanzialmente tre. Due - imp·egno globale e abbandono· definitivo della zo1 na del Pacifico occidentale - sono piutto 1 sto « astratte » e corrispondono più a ipotesi d_i scuola che a scelte op-erative concrete. La terza - fondata sul principio che l'America deve restare in Asia, ma non può non ridurre il suo raggio di azione, se vuole rendere la sua presenza veramente 88 Bibiiotec~ginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==