Argomenti disaggregazione, una serie di dati che illustrano le tendenze che l1anno operato negli ultimi anni in Campania. I dati riguardano le 38 zone elementari, raggruppate nelle tre realtà indicate prima. I fatti salienti sono questi: 1. L'occupazione agricola ha subìto nel corso degli ultimi anni una forte flessione nell'intera regione, passando dai 580.000 addett,i del 1961 ai 450.000 del 1966. La flessione è stata peral,tro proporzionalmente molto più forte nelle zone C e B, che no,n nella zona A. 2. La produzione lorda dell'agricoltt1ra è aumentata, nello stesso periodo, in ciascuna delle tre zone. Tuttavia la zona A si è mo1 ssa molto più rapidamente (con un tasso annuo del 6,6%) delle altre due (3,7% e 3%). In conseguenza di ciò ,il peso relativo delle produzioni ottenute n.ei territori della zona A tende ad aumentare nella composizione co,mplessiva del pro·dotto lordo. 3. Il reddito per addetto agricolo è lo,gicamente anch'esso aumentato in ciascuna delle tre zone, assumendo nel 1966 il valore di lire 747.000 nella zona A, 401.000 nella zona B, 3 71.000 nella zo•na C. Tuttavia l'aumento di reddito individuale della zona A è dovuto soprattutto all'incremento assoluto della produzione globale, mentre quello della zona B e anche quello, relativamente più alto, della zona C, si sono ottenuti solo a prezzo del forte esodo che ha interessato le due zone. I dati mettono 1 drammaticamente in evidenza il forte divario che ancora oggi esiste fra i redditi di lavoro nelle diverse zone. 4. La co·mposizione della produzione in ciascuna delle tre zone si è andata modificando per effetto di una spinta, comune a tutta la regione, verso la specializzazione produttiva. Questa spinta risulta mo1lto evi1 dente quando si analizzano le zone elementari; rimane però apprezzabile anche al livello delle tre zone aggregate. 5. Le caratteristiche strutturali delle aziende agrarie sono rimaste pressoché immobili, con u11 altissimo grado di frazionamento: nel 1966 esistevano infatti 343.000 aziende, le cui dimensioni medie erano di 2,2 ettari nella zona A, 3,1 nella zo,na B, e 5,6 nella zona C. L'aver disaggregato i dati di produzio 1 ne per settori e per zone elementa 1 ri ha permesso all'autore dello situdio di formulare p,revisioni sull'ammontare e sulla composizione della produzione nelle singole zone al 1970 e al 1980. Queste previsioni sono state ottenute estrapo~ lando le tendenze osservate negli anni scorsi e tenendo conto delle modificazioni prevedibili per effetto del progresso tecnologico, nonché della situazione di mercato dei prodotti di ogni singolo co,mparto. È stato così previsto che la pro·duzione lorda della Campania, co,n 81 Bibiiotecaginobianco
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