Antonio Duva Sullo. Il proposito è co1mprensibile: De Mita ha però fornito, più che gli enu11ciati, la so1 luzione del problema; e ne ha trascurato la dimostrazione. Comunque, è dal dibattito su nuovi temi politici che può p·rendere le mosse una nuo,va fase di vita della D.C.; :la terisiotìe degli ultimi cinque anni l'ha, infatti, come con·gelata: il superamento o almeno la attenuazione della polemica fra le correnti dovrebbe p,rovocare una nuova articolazione interna. D'altra parte, anche in un an1biente stagnante come Avellino qualcosa comincia a n1uoversi: nuovi gruppi, quello della rivista « Note » ad esempio, cercano di esan1inare le responsabilità dell'intera classe dirigente che ha amministrato la provincia nel dopoguerra, gruppi di cittadini - è il caso del Rione San Tomn1aso - promuo,vo,no iniziative ' spo,ntanee al fine di supplire alle carenze degli Enti locali., Sono sintomi modesti di fermenti assai più generali che pongono problemi ai quali le forze politiche debbono essere in grado di dare una risposta. E se si valuta da questo punto di vista il Co,ngresso di Avellino, occo1 rre ·dire che esso, ha avuto una co,nclusione poco soddisfacente. I 277 delegati delle 166 sezioni della provincia non hanno espresso un orienta1nento netto: i voti dei circa 19.000 isoritti sono infatti andati per il 51% a Sullo e per il 49% alla Base. Il nuovo comitato provinciale è risultato cos1 composto in un modo che potrebbe . rivelarisi paralizzante ( 15 seggi a ciascuna delle due correnti). • Intanto molto, faticosamente - e su1 lla base di un accordo giudicato da più parti precario - è stata data vita alla nuova direzione paritetica, ·dopo che la Base, utilizzando il voto della rappresentante del Movimento Femminile, era riuscita ad i111porre l'elezione del nuovo Segretario Provinciale, l'avv. Nicola lv1ancino. . Solo sviluppando i temi politici emersi dal Congresso e affro·ntando con scelte precise e chiaro spirito· riforrnatore i gravi pro 1 blemi della provincia, i demo,cristiani di Avellino potranno riuscire a dare uno sbocco valido alla loro lunga crisi. Se, al contrario, perdurerà la contrapposizione frontale delle correnti per la strumentalizzazione delle posizioni politiche, è da temere per la Democrazia Cristiana irpina (e forse no,n so,lo irpina) quel processo di disgregazione che investe tutte le forze politiche, quando, non dorninano i loro contrasti interni, ma se ne lasciano do,minare. Si sarà, cioè, imboccata la stra·da che co·nduce i partiti davanti al muro del pianto. ANTONIO Duv A 76 Bibliotecaginobìanco -
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