Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

I Sullo, Avellino e la DC mava: « Per la Democrazia Cristiana l'era post-dorotea è già cominciata. La soluzione che ha condotto alla Segreteria Piccoli sarà valutata dalla sua capacità di rompere le ellenistiche filiazioni del doroteismo ago1 nizzante: sono, paradossalmente, le correnti anti-doro 1 tee che tentano di darsi una struttt1ra di potere e conservare il poitere alla dorotea ». Si tratta di giudizi tanto rispettabili quanto sconcertanti, se si tien conto della co-llocazione nella D.C. che allora aveva il loro autore. Ma questa è una stagione politica abbastanza ricca di dichiarazioni sconcertanti, in generale, e i11 particolare di dichiarazioni sconcertanti dell'on. Sullo. Il suo intervento al Congresso Provinciale della D.C., che si apre il 31 marzo ad Avellino, ne costituisce una testimor1ianza. È una specie di bilancio di cinque an11.i di vita politica spesi nella ricerca di una impossibile conciliazione fra ìa « contestazione » a Roma, sia pure dall'interno della corrente dorotea, e la « conservazio,ne » ad Avellino; fra le elabo,razioni ambiziose di terni ge11erali di azione (ritorna, rinvigorita dalla polemica con Piccoli, la rivendicazione dell'autonomia del parlame11tare nei confro-nti del partito) e la realtà, ad Avellino, di un rapporto con l'o,pinione pubblica in cl1iave personale. Di fronte a:d una ta11to aperta dichiarazione di responsabilità è fin troppo facile per De Mita mettere in luce le carenze di un modo di concepire la vita pt1bblica basato più st1l concetto di fedeltà che su • quello di capacità: la co,ndizione interna del partito, l'invo 1 luzione delle amministrazioni locali, la crisi dei rapporti con le altre forze politiche vengono tutti ricondotti a quest'unica matrice. Occorre, perciò, una proposta nuova. Ma questa - secondo De Mita - deve nascere dall'esame della situazione del paese. Ad Avellino come a Ro1ma, « le istituzioni no,n tengono più »; il ce11tro-sinistra resta, nel breve perio·do, una formula per governare, 1na non rappresenta più u11a prospettiva di rinnovamento generale. Da quest'analisi, lucida solo in ap1 parenza, scaturisce l'indicazione di un nuovo « patto costituzionale » tra le forze politiche, incluso il PCI, per il rinnova1ne11to, dello Stato. È un tentativo di affrontare il problema dei rapporti con i comu11isti senza fissarsi solo sulle questioni di schieramento, secon·do l'erro,re tipico ·di gran parte della sinistra italiana. Ma l'elaborazione critica dei contenuti di questa proposta appare, francamente, confusa. L'on. De Mita parla, ed è naturale, tenendo presenti le scadenze politiche nazionali; tuttavia, nel porre un po' appro,ss.imativamente ·al centro del Congresso, di Avellino un tema di così ampia portata, è probabile che egli abbia anche voluto dare. alla sua co1rrente una impostazione politica diversa da quella che si risolve nella polemica co,n l'on. 75 Bibiiotecaginobianco

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