I Sullo, Avellino e Ia DC verno ». Negli ultimi anni la situazione è peggiorata perché - cosi si esprime Grasso - nel.la p·rovincia « non corre più il mattone ». Per questo, Sullo ritiene necessaria una clamo:rosa affermazione personale, e sembra trascurare la considerazione che la forza di un leader moderno sta, molto spesso, nella capacità di rappresentare gruppi articolati ed o·mogenei. La vicenda della candidatura per il collegio senatoriale di Sant'Angelo dei Lombardi offre, da questo punto di vista, elementi interessanti. Il collegio, reso libero 1 dal ritiro dalla vita politica del sen. Gabriele Criscuolo, è aspramente conteso dal sulliano, avv. Lorenzo De VitoJ di Sant'Angelo e dal basista prof. Salverino De Vito di Bisaccia. Dopo aver declinato l'offerta di candi'Clarsi lui stesso, Sullo accetta la candidatura basista. Due sono le spiegazioni possibili di un simile con1portamento: o si tratta di un cedimento di fronte alla minaccia della Base di contestargli, co·n una alleanza tra gruppi anche di Benevento e Salerno, il posto di capolista; o v'è la speranza di Sullo che un gesto distensivo nei confronti della Base possa assicurargli maggiori consensi. Comunque sia, la scelta per De Vito provoca reazio,ni assai negative fra gli amici di Sullo. Oltre, naturalrnente, al candidato sconfitto, manifestano il proprio di1ssenso il sen. Pasquale Clemente e il prof. Paolino Di Marino, responsabile organizzativo della Federazione Provinciale. De Mita, al contrario, appare convi11to• che il termine reale del confronto è dato non dal numero dei voti di preferenza, ma - come si è detto - dalla capacità dell'una o dell'altra corrente di portare in Parlamento più di un uomo. Accortamente, perciò, organizza anche con gli esponenti di Salerno della Base una razionale distribuzio·ne del sostegno ai suoi candidati (lui stesso e Scarlato, uscenti; l'avv. D01menico Pica per la Provincia di Salerno e Gerardo Bianco). I risultati gli danno pienamente ragione. Sullo riscuote un grande successo personale ( 141.631 preferenze, di cui oltre 57.000 ad Avelli110); 1na i candidati avellinesi a lui fedeli sono duramente sconfitti: il prof. Raffaele lngrisano (che ad Avellino prende n1eno di 30.000 voti) già Presidente dell'Amministrazione Pro·vinciale, è il pri,mo dei 110neletti; la proif. Cia11ciaruso non va oltre un'o,norevole prestazio·ne. La Base riesce a eleggere tutti e quattro i suoi uomini. La D.C., nel complesso, migliora rispetto al 1963 (dal 42,4% al 43,3% nel collegio; dal 44,7% al 45,8% nella provincia di Avellino): la tensione fra le correnti - dannosa sotto il profilo politico - esercita, paradossalmente, una spinta positiva in termini p·uramente elettorali, in quanto p,rovoca un generale accrescimento d'impegno. Subito ·do·po il 19 maggio, l'elezione dell'on. Sullo a Presidente del 73 .~ibliotecaginobianco
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