Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

... Antonio ])uva L'on. Sullo intravede rapidamente i vantaggi della nuova situazione: prima del Congresso Nazionale di Trento (ottobre 1956) lascia « Iniziativa Demooratica » e si allea con la Base. In tal modo egli conta di fornire un apporto di giovani energie intellettuali: alla espansio·ne del partito nella sua zona di influenza e co·ntem·poraneamente di consolidare come leader della sinistra democristiana, la propria posizione nazionale. Durante gli anni dell'accordo· di Sullo con la Base, lo sviluppo• della D.C. in Irpinia è impetuoso: nell'autunno del 1959 vi sono, nella provincia, 34.000 iscritti; il triplo, circa, dì Firenze e quasi la metà di Roma. È facile intuire che ciò si deve al concorso di due elementi: l'interesse di Sullo e della Base a contare il più possibile nell'ambito del partito; la convinzio11e diffusa fra i cittadini cl1e la tessera della D.C. aiuti a superare molte difficoltà, specie nei rapporti con la Pubblica Amministrazio 1 ne. Questi elementi sopravvivono alla rottura del 1963, ma mutano di carattere. Non è più attraverso il partito che Sullo ritiene di-p-oter esplicare pienamente il suo ruolo politico: il ì)artito lo ha incautamente abbandonato nel pieno della polen1ica sulla legge urbanistica, con il famoso comunicato apparso 1 sul « Popo1lo » del 13 aprile 1963: « ... Pertanto, per quanto, siano apprezzabili talune disposizioni, è chiaro· che nello schema (di legislazione urba11istica) non è in alcun 1nodo impegnata la responsabilità della Democrazia Cristiana ». Sullo diffida anche della Base, che molto tiepidamente ha sostenuto la sua richiesta di restare al governo, dopo la crisi .del Gabjnetto Leone, e che ancl1e ad A\1ellino è poco controllabile, con De Mita deputato e Bianco Segretario Provinciale. Viceversa, i fattori s-ui qua-li egli intende poggiare con certezza le proprie azioni politiche sono: l'esercizio del, potere attraverso il governo e il crescente co11senso dei cittadini, espresso, malgrado i mediocri risultati delle elezioni per la D.C., da una massa di preferenze (123.542) che fa di Sullo, in asso1uto, uno degli uomini più votati d'Italia (preceduto, fra i democristiani, solo da Andreotti, Moro, Leone e Scelba). Il partito non deve intralciare l'attività del parlamentare e dell'uomo di governo, ma -deve es,sere un tramite - il più duttile po1ssibile - per un rapporto diretto con l'elettorato e con gli anuninistratori locali. Co,n il Congresso del gennaio 1964, la rottura si manifesta nelle motivazioni politiche e nelle conseguenze organizzative: la Base ridiventa minoranza co,n il 30% dei voti; al posto di Gerardo Bianco subentra un uomo di provata fedeltà a Sullo, l'avv. Enzo Barra. Questi tuttavia dopo quasi un anno lascia la carica al prof. Romeo Villano, che è in qualcl1e modo il rappresentante del vecchio personale politico, un tempo legato a Scoca, verso il quale Sullo- inizia un'attenta azione di recupero·. Si apre così la stagione del partito « deb,ole »; Sullo· vuole affermare 70 Bibiiotecaginobianco

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