Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

Editoriale prevedibili solo nelle graridi linee; ma è ragionevole ritenere che, per quanto riguarda l'atteggiame11.to della Francia nella politica internazionale, esse saranno tali da noti coincidere con le aspirazioni ufficiali dei comunisti e dell'Unione Sovietica. In pri1no luogo, perderà inevitabilmente e progressivamente il suo impulso la tendenza della Francia a porsi velleitariamente con1e terza forza ri.azional-neutralista tra i due blocchi; in secondo luogo si attenuerà lo stizzoso antieuropeismo di Parigi e l'ostilità manifestata finora nei confronti della buona disp·osizione inglese ad entrare 11ellE' uropa; in terzo lito go saranno lasciate cadere le spregitldicate iniziative filo-arabe ed anti-israeliane del governo francese. Non è poco. E quanto ai tempi di maturazione delle prevedibili conseguenze del ritiro di De Gaulle sugli orientamenti di politica estera della Francia, quanto all'ampiezza ed alla consistenza dei mutamenti prevedibili ed auspicabili, tutto dipende dalla lotta per la successione, dagli schieramenti politici che si formeranno ai fini di questa lotta, dato che, ovviamente, gli scl1eran1enti dei sì e dei no del 27 aprile potevano valere per confermare o congedare De Gaitlle, ma non p·ossono valere per scegliere il successore di De Gaulle. Comunque sia, il proble1na dei nuovi schieran1enti politici è aperto irz Francia e si tratta di un proble1na che ha indubbian1ente una grande portata europea. Potrebbe prevalere, per esempio, una soluzione di tipo tradiziionale, sulla quale certame11t e punteranno i comunisti: l'unità delle sinistre, dall'ala sinistra dei radicali, attraverso i soliti Mitterrand, Mollet, Mendès France, ai comit11isti, appu,nto. Ma una soluzione del genere spingerebbe a votare per il gollismo senza De Gaulle tutti gli elettori che hanno votato per De Gaulle nel giugn,o 1968 e contro De Gaulle nell'aprile del 1969; ed il progra1n11ia di z1no schieramento unitario delle sinistre non potrebbe essere che neutro in politica estera, convenzion,ale i11 politica interna, anacrortistico o g·enerico in politica economica e sociale, comunque privo di una formitla capace di orientare e magari polarizzare una maggioranza; e sia pure una maggioranza non per l'oggi, 1na per il domani. Questa formula non può essere che quella dell'iniziativa europeista, del rilancio dell'europeismo, del ritorno della Francia alla politica europeista di Schuman e di Mon11et, del raccordo della Francia con la politica europeista di Nenni, Wilson, Mansholt (ai cui nomi potrebbe assai degn.amente aggiitngersi quello di Deff erre), dell'aspirazione della Francia ad assumere un ruolo nuovo nell'Europa e per l'Europa. Quali forze possono raccogliersi intorno a questa formula? Non sappiamo. Tra l'altro, ha ben detto il sen. Cifarelli all'indomani del ritiro di De Gaulle: « ora arriva il momento della verità per coloro che nei sei paesi hanno proclamato la loro volontà europeista e di5 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==