I Giornale a più voci vare che, mentre negli altri paesi il pagamento delle restituzioni comunitarie (che in seguito, come abbiaiT10 visto, sono rimborsate dal fondo agricolo della comunità, il FEOGA), avvien·e nel giro di due o tre settimane, gli operatori italiani devono aspettare addirittura due o tre anni. Si tratta di una situazione quanto mai anomala, che pone gli esportatori italiani in condizioni di netta inferiorità nei confronti dei conco,rrenti esteri. Si è anche detto, ma non sappiamo fino a che punto sia vera questa notizia, che alcuni operatori economici dei paesi n1.embri della CEE acquistano in Italia merci che poi esportano nei p1aesi terzi. La manovra sarebbe favorita dagli stessi Governi degli altri paesi comunitari, dispostissimi ad anticipare ai prop·ri operatori l'am,montare delle restituzioni, pur di assicurarsi l'accap,arramento di nuovi mercati esteri. Il quadro è, dL1nqL1ec, hiarissi.mo, e non è il solito quadro che le op.posilioni di sinistra o i ceti conservatori italiani vogliono far apparire, e cioè quello del completo fallimento della Comunità e specialmente del mercato comune agricolo, in riferimento soprattutto al nostro Mezzogiorno: se di fallimento deve parlarsi, ci si deve piuttosto riferire alla capacità dello Stato italiano di trasferire nel paese e nel contesto della ·sua economia quegli atti e provvedimenti comunitari che avreb.bero potuto giovare non poco alla nostra produzione agricola. C'è stata una carenza del Parlamento, nel non concedere subito la delega al Governo per l'iinmediata attuazione delle norme comunitarie; c'è stato il solito conflitto dei Ministeri in,teressati; è mancato il coordinarr1ento tra le autorità amministrative; non sono stati stanziati a tempo opportuno i fondi occorrenti (che sareb 1 b•ero poì stati rimborsati dalla CEE attraverso il FEOGA): no·n è stata seguita cioè all'interno del paese una politica economica di derivazione comuni,taria. O·ggi, p1 urtroppo, n·e paghiamo le conseguenze e le paga specialmente il Mezzogiorno, le cui tradizionali esportazioni di prodotti agricoli conservati o della pastificazione non trovano più gli s.bocchl necessari nei paesi membri della CEE o iJ.1 quelli terzi. Un'indt1stria che pareva in netta espansione si ritrova in crisi a distanza di pochi anni, perché non abbiamo saputo o voluto adottare i provvedimenti che la stessa CEE ci suggeriva, impelagati come siamo nella lentocrazia che ci soffoca. ANTONIO NITTO 67 l?i biiotecaginobianco
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