Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

I Giornale a più voci gani consultivi: « si è determinato così un grave turbamento dell'equilibrio democratico e l'Italia l'ha dovuto subire più di ogni altro Stato della CEE, perché nel nostro paese anche all'attuazione delle nonne co1 munitarie si provvede con deleghe legislative di natura preventiva e generale e di dubbia costituzionalità ». In quell'occasione fu formt1lato l'augurio che, per porre rimedio a tale situazione, « st1l pJano nazionale non deve bastare il pro,vvedimento di delega per l'emanazione di disposizioni comunitarie, ma che occorre che il governo con,sulti il Parlamento nazio11ale sui problemi co1nunitari più importanti, prima che il ministro competente espri1na, nel consiglio della CEE, il voto dell'Italia ». Corre~ta interpretazione, questa, dal punto di vista costituzionale (anche se in tal modo si sottolinea forse eocessivamente il concetto di sovranità nazio1 nale che, almeno· nei raptporti con la CEE, il nostro paese dovrebbe cercare di attenuare). Il proble1na comunque è stato posto giustamente e dovrà trovare una soluzione che contemperi l'una e l'altra esigenza. Noi l'abbiamo voluto qui soltanto accern1are: ed è stato necessario, perché la ·sqluzione dovrà tener conto della necessità di dare agli atti giuri,dici emanati dalla CEE un tasso di velocità maggioTe di quello attuale. In sostanza, avviene purtroppo che, pur avendo il governo avuto nel passato un'ampjia delega dal Parlamento, nell'en1anazione dei decreti legge e di quelli ministeriali che disciplinano e servono a inserire nell'ordinamento dello Stato i regolamenti comunitari, si perde fin troppo tempo: e ciò malgrado l'immediatezza prevista dal trattato di Roma. I decreti legge deb-bono essere preparati, come si sa, nel cosiddetto concerto dei Ministeri interessati; ma tale concerto non ha sem,pre luogo, con la necessaria sollecitudine. Può anche avvenire che i decreti legge siano emanati con riserve più o meno ampie, rimandando cioè a norme successive o a regolan1enti di esecuzione la loro pratica attuazione. Il ritardo nella emanazione dei decreti legislativi deriva da cause diverse, ad esempio la mancanza dei fondi o i mancati relativi ristorni nel bilancio dello S,tato, ma soprattutto il carente coordinamento tra i Ministeri interessati, se n.on proprio i conflitti di attribuzione che si verificano nell'amn1inistrazione dello Stato. Questo ritardo, è b·ene precisarlo, si risolve in definitiva a danno degli operatori economici, specialmente del Mezzogiorno. Bisogna infatti premettere che i regolamenti comunitari sono staiti emanati soprattutto nel camp·o agricolo e se hanno com1 portato talora un aggravio per la nostra economia, in altri casi p1revedono aiuti ,per taluni tipi di industria agricola di trasformazione, come quella conserviera, della pastificazione, come pure per l'esporta .. zione dei p,rodotti ortofrutticoli. Un caso limite, al riguardo, ci è stato of-: ferto dal decreto legge cl1e prevede la restituzione degli oneri doganali agli esportatori di prodotti ortofrutticoli conservati; i fon·di occorrenti sono stati stanziati soltanto dopo lungo tempo. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno applicato all'i~portazione dei nostri prodotti t1na tassa di compensazione 65 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==