Giornale a più voci Che alla base della formulazione dell'articolo vi sia tale eccessiva fiducia nell'efficacia della ricerca, risulta inoltre dall'aver fissato il tasso• di interesse per i relativi finanziamenti al 3% per investimenti infe1iori ai 6 miliardi e aù 4% per cifre superiori. Non sono tassi elevati in assoluto, ma lo sono relativamente alla speoifica destinazione che ad1dirittura non soppo,rta, se non in c1rcostanze particolari, finanziamenti debito1i. Osservazioni analoghe valgono per t1na nuova in,iziativa di pron1ozio,ne della ricerca e dell'innovazione: quella che si è concretata nello stanziamento, previsto nel « decretone » per il rilancio dell'econo1nia, di 100 miliardi da assegnare all'IMI, come fondo speciale per concedere contributi, prestiti e realizzare partecipazio·ni per l'attivazione di progra1nmi di ricerca scientifica aziendale. Tali interventi meritano di essere studiati a fondo, ma si può dire fin d'ora che essi sembrano meglio adeguati alle esigenze di una economia m,atura che non a quelle di t1na economia che ha appena superato il primo stadio di sviluppo. Le direttive di esecuzione stabilite dal CIPE, del resto, non tengono conto della particolare situazione delle imprese meridionali: soltanto alle imprese medie e piccole si prevede di riservare una quota del fon1do IMI, senza però stabilire le concrete e specifiche forme di utilizzazione di tale quota. Considerate tutte le difficoltà di concezione e di applicazione di incentivi adeguati per lo sviluppo della ricerca e de11a p·roduttività nelle aree depresse, senz'altro meglio adeguato alle particola,ri esigenze dell'industria meridionale sembrerebbe uno strumento già collaudato da una lunga esperienza in vari paesi, come la Francia: la cosiddetta « co1m.messa di ricerca», con la quale l'Amministrazione affida ad un'impresa l'esecuzio,ne di ricerche e sperimentazioni in un determinato oampo con fondi pubblici che verranno rimborsati, con congrui interessi, solo in caso di s,uccesso. L'adozio 1 ne di tale strumento sarebbe facilitato da un lungo lavoro preparatorio condotto presso il Ministero per la ricerca e che si è concretato in uno schema di contratto-·tipo tra Stato ed imp,resa per l'a·ssegnazio 1 ne di commesse. L'unico p,unto relativamente problematico in tale materia sembra essere quello concernente l'attribuzione dei risultati consegt1iti. Occorrerebbe b ne soppesare, cioè, le conseguenze produttivistiche della « socializzazio,ne » dei risu·l•tati delle ricerche sovvenzionate - attu 1 almente p,revista in tutti gli schemi di intervento pubblico in preparazione o in atto, come la legge 717 del 1965 e come il citato « decretane » -, poiché potroobe accadere che risultati « socializzati », cioè ·di tutti, non vengano sfruttati da alcuno e rin1angano quindi inutilizzati. Inoltre, perché tale moderno ed efficace strumento possa veramente operare, occorre che vi siano organi amministrativi in grado di trattare sul piano della logica imprenditoriale con le azier1;de produttive. Ed è questa una nuova sfida che le Amministrazioni regionali, presenti e a venire, dovrebbero essere pronte a raccogliere. Finché problemi di tale gravità non saranno risolti, si potrebbe operare entro limiti_ più ristretti, ma con buone possibilità di raggiungere risultati 59 Bibiiotecaginobianco
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