Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

Piero Trupia umano alle forme di lavoro e di produzione moderne e di creare un adeguato flusso, provenient,e dai paesi avanzati, di conoscenze tecnologiche e dei si1stemi organizzativi che ne rendono possibile lo sfruttamento economico. Il caso del nostro Meridione è, però, molto diverso; e non solo per le ovvie diversità riscontrabili nel fattore umano: e per l'esistenza di una struttura industriale, sia pure incompleta; ma sap1 rattutto perché il Mezzogiorno è inserito in una com•t1nità nazionale fra le più avanzate del mondo. E questo, se da un lato gli assicura una certa partecipazione allo svilu,ppo industriale nazionale, dall'altro gli •preclude ogni seria possibi1lità di realizzare un processo di sviluppo autonomo, completo ed equilibrato. In effetti, il Meri 1dione presenta par,ticolari esigenze e difficoltà rispetto al problema della ricerca e della p1 roduttività in Italia. Ciò per motivi diversi, legati all'incompleto sviluppo industriale - come, ad esempio, la discontinuità del tessuto produttivo (che presenta i più larghi vuoti proprio nei settori a più alto contenuto tecnologico) -, la sua dispersione in unità sottodimen 1 sionate, •la fragillità dell'equilibrio finanziario delle imprese, p·er mo1te delle quali la fase di decollo tende a prolun.garsi indefinitamente prop 1 rio a causa del carattere non imp·ren·ditoriale della loro origine. Inutile ricordare che la ricerca e l'innovazione mal si conciliano co1 n queste malformazioni e minorazioni, essendo a,nzi l'esp,ressione massima di maturità industriale e di vitalità imprenditoriale. Sul piano concreto ciò si·gnifica che la ricerca e l'innovazione, strumenti atti a conquistare margini di redditività ,non ottenibili nella normale routine prod·uttiva, richiedono finanziamenti cospicui ed estesi nel tempo (talvolta senza possibilità di precise determinazioni) ed un ambiente azien-dale dinamico soprattutto sotto l'aspetto gestionale. Le strategie innovative presentano inoltre imprescindibili esigenze esterne, che spesso· assumono la forma di veri e pro1pri « servizi rari». Anzitutto, disponibilità di persor1ale qualificato; ed è noto che nel Mezzogiorno, a causa della, « povertà» degli istituti universi.tari, la formazione ,di questo personale è relativamente piì.1 scarsa e qualitativamente meno elevata, mentre i più validi tra gli specializzati cercano altrove un impiego corrispon 1dente alla propria qualifica oltre che alle . . . . proprie aisp·1raz1on1. Alimento fondamentale della ricerca è poi il patrimonio delle conoscenze preceden,temente accumulate, la cui pronta e quanto più possibile completa conoscenza è indispensabile per avviare qualsiasi nuovo studio. È questo un problema sentito in tutto il monido e che si cerca di affrontare oreando centri di documentazione almeno settoriali, in attesa di poter di-- sporre, con l'au1si,lio deg1li or,dinatori elettronici, di centri di documentazione di ·portata generale. L'Italia tutta è quanto mai carente in tale campo. Ma al Nord vi sono le biblioteche e gli archivi tecnici delle grandi i,ndustrie, i politecnici e l,e grandi scuole scientifiche universitarie, gli istituti di ricerca nazionali e le più grandi Stazion,i sperimentali. A Roma vi è il CNR. Nel Meridione, soprattutto 1 da Napoli in giù, vi è molto poco: viene quindi a mancare quella possibilità di continuo aggiornamento, di costante stimolo 56 Bibiiotec~ginobianco

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