Note della Redazione industriali nelle zone congestionate del Nord ed in quelle che gravitàno sulle medesime; 3) non favorire la realizzazione nel Nord di nuove grandi opere pubbliche che avessero l'effetto di accentuare la concentrazione di attività produttive al Nord. Sono particolar1nente importanti questi tre punti perché n,ella loro forn1ulazione prende sostanza il concetto dei no di cui si diceva, acquista concretezza il disc.orso sulla contrattazione program.mata e sulle priorità meridionaliste, si pongono limiti espliciti alle incentivazioni che agiscono in funzione contraddittoria risp1etto a quelle predisposte per favorire l'industrializzazione del Mezzogiorno e lin1iti altrettanto espliciti alle sempre più esigenti richieste di provvedere alla realizzazione di costose infrastrutture di accon1pagnamento dello sviluppo del Nord. Certo, un, ordine del giorno è soltanto un ordine del giorno. Ma come tale, quello votato dalla C'amera sul Mezzogiorno può costituire e senza dubbio costituirà un testo di rif eriniento fondamentale nelle discussioni dei prossimi n1esi e dei prossimi anni, il documento di richiamo nei confronti di ogni deviazione o contraddizione si dovesse verificare. E tocca ora ai meridionalisti di avvalersi della lettera e dello spirito dell'ordine del giorno votato dalla Camera per far valere certe esigenze e soprattutto una certa concezione meridionalista dello sviluppo italiano. Contro la quale, all'indomani stesso della votazione di Montecitorio, si sono fatte sentire le prirne voci ad esprimere riserve e dissensi. Fra queste voci, significative, eloquenti, quelle che vengono non solo e non .tanto dal Nord, quanto da destra: i parlanzentari liberali della Lombardia ed i rappresentanti liberali delle provincie lombarde si sono riiLniti a Milano sotto la presidenza dell'on. Malagodi in perso11a e hanno riaffer,nato la tesi dello sviluppo del Nord che sarebbe la con~dizione perché possa svilupparsi anche il Sud; siamo cioè allo sviluppo del Sud come ipotesi subordinata allo sviluppo del Nord. E coerentemente i liberali lombardi si battera11no per le idrovie padane, e, ritenianio, non soltarzto per le idrovie padane, ma elettoralisticamente anche per le aree cosiddette depresse del Nord e co,ntro una contrattazione progran1mata che non sia quella accettabile da Cost,a. Ma non saranno i soli, perché non mancheranno i democristiani ed anche i socialisti che, pur avendo votato l'ordine del giorno dei partiti del centrosinistna, diranno e scriveranno che per « aiutare » il Sud non si deve « penalizzare» il Nord. Ma .il punto è proprio questo: il Sud non vuole e non dev'essere « aiutato »; vuole e dev'essere messo in condizione di svilupparsi e quindi si devono far valere priorità 111eridionaliste che tendenziosamente si vogliono far passare per pe11Jalizzazioni del Nord. Giriamo intanto all' attenzione dei liberali meridionali la dichiarazione di Malagodi e soci; e sollecitiamo dai democristiani e dai socialisti (e tanto meglio se fra gli uni e gli altri ci sono ancora dei nieridionalisti del Nord come lo erano Vanoni e Morandi) una vigilante attenzione affinché l'ordine del giorno della Camera non sia disatteso quando si sarà ùnpallidito il ricordò di Battipaglia e sempre che non ci siano altre Battipaglie. 50 Bibiiote~aginobianco
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