Note della Redazione quella dell'azienda piccolissi1na, « priva di avviamento tecnico e di capitale ». Ma il « nerbo di uno sviluppo effettivo più solido» è l'azienda media; e questo è stato ed è il punto debole dell'industrializzazione meridionale. Non per colp'a di nessuno; ma perché è chiaro che l'iniziativa esogena disposta a scendere nel Sud in un primo tempo non pot:eva essere che quella dei grandi gruppi pubblici o privati e l'iniziativa endogena no,n poteva manif estarsi che al di sotto di certe dimensioni aziendali (e soltanto in determinati settori). Si pongono quindi problemi sia per quanto concerne l'ulteriore e più consistente impegno nel Mezzogiorno dei grandi gruppi pubblici e privati, un impegno che dovrebbe ormai manifestarsi in settori e comparti dell'industria manifatturiera (e con1unque 110n limitarsi alle industrie di base) in niodo da poter dar luogo a 1naggiori incrementi di occupazione ed a più numerosi e rilevanti effetti 1noltiplicativi; sia per quanto concerne la possibilità e la necessità, in que!)to stadio della politica di sviluppo, di estendere l'apporto dell'industrializzazione dell'iniziativa esogena e di rafforzare quello dell'iniziativa endogena, onde, nella scia degli investimenti maggiori, possano, come « nerbo di uno sviluppo effettivo più solido », moltiplicarsi le aziende medie. C'è insomma un discorso sui protagonisti at tu.ali e potenziali dell'industrializzazione che è stato fatto anche alla Camera, naturalmente, e che dev'essere ulteriorn-iente approfondito e sempre aggiornato. Ma il discorso sui protagonisti dell'industrializzazione si intreccia ovviamente con quello sui settori dell'industrializzazione. A questo proposito va detto che ci sono nel Mezzogiorno settori tradizionali di attività industriali da ristrutturare ed anzmodernare: sono le in,- dustrie di trasforniazione dei prodotti agricoli che hanno dato luogo alla crisi di Battipaglia, una crisi che si manifesta anche in altre zone (si pensi, per esen1-pio, all'agro sarnese-nocerino ). È una pic_cola industria, « priva di avviamento tecnico e di capitale », che deve diventare media industria e che per diventarlo dev'essere assistita come lo è stata l'industria tessile delle valli pienzontesi e lombarde. D'altra parte, se le tradizionali attività inditstriali del Mezzogiorno possono e devono fare un salto di qualità, come suol dirsi, e se è necessario non sottovalutarne l'importanza per esaltare soltanto l'esigenza di avviare nel Mezzogiorno attività indzlstriali di tipo innovativo, quando si parla di queste ultime il discorso non può limitarsi, come a volte si tende a limitarlo, all'industria aeronautica ed elettronica, ma lo si deve estendere a tutta l'industria meccanica ed a tutta l'industria chimica, con particolare riguardo alla meccanica strunzentale ed alla chimica di seconda lavorazione: per l'una e per l'altra non ci sono co,ntroindicazioni. Comunque sia, il punto di attacco del discorso sui settori portanti dell'industrializzazione è stato suggerito dalla relazione di Saraceno alla tavola rotonda di Bari: l'espansione industriale del nostro paese sarà provocata soprattutto dal po,tenziamento di quattro settori (e cioè dall'ulteriore diversificazione della nostra produzione): meccanica, elettromeccanica, elettronica, 48 Bibiioteçaginobianco
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