Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

La battaglia dell'acqua nel più ampio contesto della legge per la montagna, dalla cui salvaguardia dipen,de gran parte .della riuscita di un piano per la sistemazione idroge·ologica ,del territorio. È indispensabile, pertanto - come ha detto Manlio Rossi Doria nel suo intervento al Senato il 27 gennaio scorso - promulgare nel più breve tem·po po·ssibile « un'organica legge capace di mettere OJrdine, in mo,do mod.erno e durevole, in così vasta materia, la quale non può continuare ad essere regolata e amministrata nella maniera frammentaria e co·n la discontinuità con le quali lo è stata nei venti e più anni da quan.do siamo retti a Repubblica ». Ma intanto, scaduta il 31 dicembre dello scorso anno la legge del 18 gennaio 1968 che prorogava quella della montagna del 25 luglio '52, si è creato un vuoto legislativo che occorre colmare immediatamente, sia pure con un'ulteriore proro·ga della legge del '52. Una proroga, ·però, intesa unicamente ad evitare cl1e qu·esta materia resti ,priva ,di regolazione legislativa e, quindi, della possibilità di interventi. Nel fratte·mpo bisogna preparare una legge organica, che regoli sia gli interventi ,diretti a dare un nuovo assetto alla montagna, sia quelli diretti a promuovere un'efficace politica di 1difesa e co,nservazione del suolo. Il tutto tenen,do ben presente, co·me ha detto ancora Rossi Doria, che il problema deve essere visto nel quadro « di una montagna nella quale l'esodo e l'emigrazione hanno determinato una irreversibile penuria di forze di lavoro valide », per cui i problemi della montagna e della difesa del suolo· si pongono oggi in modo completamente diverso da venti anni fa, quan.do la montagna soffriva principalmente de] sovraffollamento e dell'·eccessivo •peso delle popolazioni sulle risorse·. Fenome·no, questo, che se rende· più facile il rimboschimento, rende anche più ,difficile la realizzazione degli interventi per la difesa del suolo, non poten.dosi contare sulla mano d'opera necessaria. !\Ton solo·, ma contribuisce a. ren•dere ancora più pressante il bisogno di assetto delle « terre alte » perché « una montagna spopolata non si difende e quindi la devastazione delle alluvioni crescerebbe in modo pauro,so e il co·sto 1della difesa in maniera smisurata ». Esiste, infine, un problema di tecnici, di geolo,gi in particolare, la cui scandalosa carenza ha avuto una parte non trascurabile nella nostra scarsa capacità di difesa contro le co,nseguenze degli eventi atmosferici. Oggi i geolo·gi del Servizio di Stato so,no sette. E in sette dovrebbero occuparsi di tutto il territorio nazio•nale, dove solo il numero delle frane oscilla dalle 3.000 alle 4.000 ogni 41 Bibliotecaginobianco

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