Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

La battaglia dell'acqua sia, per quanto impopolare, un aumento del prezzo dell'acqua. La proposta è stata fatta dal prof. Giorgio Nebbia, direttore dell'Istituto di Merceologia dell'Università di Bari e, così come è articolata, ci sembra possa dare buoni risultati senza che ne derivino grossi danni economici ai consumatori meno abbienti. Un aumento di 50 lire al ·metro cubo, infatti, per consumi di 100-600 litri al giorno influirebbe sul bilancio fami.liare con un'ulteriore spesa di 5-30 lire al giorno e colpirebbe, oltre agli sprechi, quegli usi che si possono definire di « lusso »: come gli impianti di condizionamento d'aria raffreddati ad acqua. I buoni dsultati, poi, potrebbero rimanere inalterati anche se, come ci sembra giusto, l'aumento ventsse limitato a quelle zone in cui l'acqua si paga molto meno che in altre (e sono naturalmente, quelle in cui essa è più abbondante). Salvaguardia delle risorse esistenti. Di fondamentale importanza è l'opera di difesa delle risorse esistenti: l'inquinamento è, infatti, il danno più grave fra quelli che quottdianamente vengono arrecati al nostro già modesto patrimonio idrico. Sappiamo che il consumo di acqua si accresce nella misura in cui si accresce lo sviluppo economico e sociale; ma nella misura in cui si accresce quest'ultimo aumentano anche i pericoli dell'inquinamento provocato dall'industrializzazione, dalla modernizzazione dell'agricoltura e dell'allevamento e, ancora, dal largo. uso domestico dei detersivi. Oggi la situazione è veramente al limite: la maggior parte dei fiumi e dei ,laghi, specialmente nelle regioni maggiormente industrializzate, presentano un grado di inquinamento i cui effetti, se non si provvede subito, potranno recare danni incalcolabili e irrimediabili. Il Tevere, per fare un esempio, riceve attualmente 12.000 litri al secondo di scarichi emessi dalle fogne senza alcun trattamento di depurazione. I « limiti critici tollerabili » sono stati •già raggiunti e superati daHa Bormida, dal Tanaro, dallo Scrivia, dall'Amo, dal Ronco, dal Liri e da altri fiumi in cui l'equiilibrio biologico naturale, già profondamente alterato, sta per ess-ere irrimediabilmente compromesso. I corsi d'acqua superficiali della Lombardia e ,del Piemonte si vanno inesorabilmente trasformando in immense fogne con acque dai colori più innaturali e ricoperte da schiume immonde. Tutto questo mentre il dtato Piano degli acquedotti prevede in sempre maggior misura il 35 BibliotecaGino Bianco

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