Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

La battaglia dell'acqi1a un decimo di quello che ha luogo negli Stati Uniti: ep,pure già oggi in al,cune zone, ·specialmente dell'Europa mediterranea, la penuria di acqua costituisce un fattore che ,limita lo sviluppo di certe industrie, quali, a,d ,esempio, la siderurgica e la chimica (ed è appunto per questo che l'impianto si:derurgico di Taranto rico,rre alla dissalazione dell'acqua marina per le ·sue necessità). Non meno impo,rtante è il problema ,dell'aoqua per consumi civili: basta pensare che i1l 41 % dei Co,muni italiani non è servito da acquedotti o, comunque, soffre di un insufficie,nte ap·provvigionam,ento idrico. Ma questo è un dato medio; vi so·no regio,ni che stanno « meglio», ma ve ne sono di quelle che si trovano• peggio: la Sicilia e la Puglia, ad esempio, con 1'80% e il 60% rispettivamente dei Comuni poco o niente serviti da acquedotti. La portata complessiva degli a•cquedotti italiani per uso civile· si aggira, attualmente, into,rno ai 166 metri cubi al secondo. Già oggi questa portata è in·suffìciente: lo sara in misura ancor più drammatica in futuro - un futuro non molto lontano, che già viviamo sotto molti a,s,petti - con l'aumento della po,polazione e, conseguenternente, dei biso,gni. Sulla base ,di una proiezione demografica al 2015, anno in cui la popolazion 1 e italiana dovrebbe raggiun,gere i 74 milio,11i di abitanti, è possibile calcolare il fabbi·sogno idrico di qui a 50 anni. Partendo - ,come è stato fatto in occasione della stesura del Piano regolatore generale degli aoquedotti - da una dotazio,ne ,di 90-100 litri .al giorno per gli abitanti .delle case sparse, fino a dotazioni di 350-480 litri al giorno per le città con popolazione supe 1 riore ai centon1ila e di 500-750 litri per '1e grandi città, si può valutare una portata totale necessaria di 337 metri cubi al seco,n,do: il che significa un aumento di 171 metri cubi al secondo, rispetto all'utilizzazione attuale, in un cinquantennio. Un impegno, come si vede, veramente impo·ne·nte e che de·ve essere perseguito con ogni mezzo. Ma in quale direzione devono essere tesi questi sforzi e quale deve essere· la po,litica gene·rale su'1la quale essi devo1 no innestarsi? Si deve parti,re da una impo~ stazione politica generale; poi bisognerà portare avanti una politica settoriale, propria dei singoli usi ai quali l'acqua è destinata. Per affrontare lo stu,dio ,dei pro,blemi ·derivanti dallo squilibrio tra disponi,bilità e fabbisogno, occorre preliminarmente una sistematica· attività di ricerca; ciò consentirà ,di individuare le linee di una po'1iti1ca dell'acqua in Italia. Politica che deve essere articolata in tre direzio·ni: 1) rigida di1 sciplina delle utilizzazioni co·n un'accorta 33 Bibiiotecaginobianco

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