Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

Mario Pendinelli colosa perché, alla lunga, potrebbe determinare una situazione senza sbocchi: una vera e propri 1a autarchia inconcepibile e ridicola in un'epo,ca co1 me la nostra. Ma il vero errore consiste nel non aver ca•pito che, a quasi due secoli di distanza. dalla prima « rivoluzio,ne industriale », anche l'(agrico,ltura no:11p. uò restare estranea al progresso. tecnologico, all'impetuoso sviluppo della ricerca scientifica, alle nuo,ve leggi che regolano i mercati. La così detta « civiltà rurale », il mondo contadino, inteso nel s·enso tradizionale, sono miti che sopravvivono. alla realtà. Ma sono storicamente finiti da un pezzo. L'agricoltura deve div.entare un'industria. Come tale deve produrre per il mercato a costi remunerativi e del capitale e del lavoro impiegato. Di qu.este premesse, Sicco. M1ansholt ha fatto, in questi ultimi tempi, la propria religione e su di esse ha costruito il « memorandum sulla riforma dell'agricoltura nella Comunità Economica Europea », presentato a Bruxelles il 18 dicembre dello scorso anno. Da quel giorno negli ambienti agricoli eu.ro•pei non si parla d'altro. Alcuni lo hanno definito un « sogno avveniristico », altri il « documento di un gruppo futuribile ». Qualcuno ha detto• fin.anche, in tono dispregiativo, che si tratta di 11n « tentativo per risolvere in term.ini neo-capitalisti la crisi che grava nelle campagne ». Che cosa di,ce Mansholt nel suo ·« ·piano »? Del documento si è detto tanto che, ormai, dovrebbe essere conosciuto d·a tutti. Comunque, in sintesi, la nuova politica agricola europe·a si basa sulla creazione di aziende di superficie non inferiore agli 80-100 ettari per i seminativi e di 50 mucche per stalla per gli allevamenti. Attualmente, sostiene Mansholt, 1'80% delle imprese agrico1e hanno dimensioni troppo esigue ·per offrire, anche ad una sola persona, un lavoro razionale. Facendo uso dei più mode·rni sistemi pro1dut· tivi un uomo da solo può, oggi, coltivare 30-40 ettari di terreno o allevare 40 mucche. Occo·rre, quindi, creare aziende più grandi. Ma per farlo è nec·essario che 5 milioni di coltivatori abbandonino la terra tra il 1970 e il 1980. La popolazione attiva dedita all'agricoltura scenderebbe, in tal modo, dall'attuale 14 per cento al 6 per cento. Si creerebbero, allora, condizioni tali da consentire non solo la formazio•ne di aziende di sufficiente grandezza, ma anche l'abbandono o la rico,nversio·n,e a bosco di quei terreni « marginali », cioè scarsamente produttivi, che sono oggi coltivati. « Dal 1970 al 1980 - è scritto a pagina 65 del "piano" - la superficie agricola utilizzata dovrebbe essere ridotta di almeno 5 milioni di ettari ». Di 26 Bibiiotecaginobianco

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