Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

I neniici di ManshoLt prende che le Comunità spendono cifre colossali per ritirare quantitativi di questi pro·dotti dal mercato interno e venderle sotto costo sui mercati internazionali; si sa che vengono corrisposti indennizzi ai prod11ttori affinché destinino parte del grano e del latte prodotto all'alimentazione del bestiame. Eppure la montagna delle eccedenze diventa ogni anno più alta e rischia di franare addosso ai tecnocrati di Bruxelles da un momento all'altro. --- Le lamentele non si contano, le proteste investono tutti i settori produttivi. I contadini sono in fermento: le integrazioni della Comunità non bastano, i prezzi del latte, del burro, del grano non so·no remunerativi. Fino a pochi anni fa i produttori di agrumi siciliani contavano sul Mercato Comu11e europeo per aprire nuovi sbocchi ai pro,pri prodotti. Quest'anno le arance di Catania e di Palermo sono state gettate per la strada. Colpa del tipo di varietà che si coltiva, scarsamente gradito al nuovo gusto del consumatore. M·a, anche, della pericolosa concorrenza che molti paesi del bacino mediterraneo possono esercitare in virtù di accordi doganali con·clusi con la Comunità Econ,omica Euro,pea. Gli agricoltori, dunque, non sono contenti. I consumatori, almeno quelli che hanno capito la situazione, lo so1 no· ancora di meno. T'ra po·co il classico « uomo della strada » comincerà a chiedersi se ha un senso continuare a spendere cifre enormi ,pe-r smaltir~ le eccedenze di burro o di grano, o per corrispondere integrazio11i di prezzo ai produttori di olio d'oliva, quando i prezzi di questi pro,dotti al consumo rim·angono regolarmente invariati (se, addirittura, non subiscono aumenti). La politica agricola comunitaria è, dunque, sotto accusa. I rilievi che ad essa vengono mossi dalle organizzazioni professionali, dai sind·acati, dai gruppi politici, diventano sem·pre più pesanti. Ma il più aspro censore della sit11azione attuale, l'uomo che meno di ogni altro ha fiducia nella politica agricola realizzata a Bruxelles, è l'olandese Sicco M1 ansholt, vice presidente della Co,mmissione della CEE e n. 1 della Comunità 11el campo dell'agricoltura. Mansholt no,n è certamente estraneo al co·mplesso meccanismo sul quale è stata costruita la politica agricola comunitaria, ma è il primo ad ammettere gli errori ed i limiti di tale politica e, comunque, è l'unico che sia stato capace di ideare e di pro 1 porre una altern 1 ativa. La p·olitica di sostegno dei prezzi agricoli e degli interventi sui mercati si è detto Mansholt - ha· dei limiti ed è anche peri25 Bibii9tecaginobianco

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