Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

Nino Novacco retto, non può certo ap•parire ingiustificato che lo Stato condizioni tale suo appoggio a precise e concordate scelte localizzative. Le occasioni oggi offerte dal Mezzogiorno fatalmente rischieranno di decadere se non verranno colte nel prossi;mo decennio.: e ciò sia per effetto del processo che si verificherebbe di ulteriore periferizzazione del Mezzogiorno come regione dell'Euro,pa, sja per l'irreversibile degradamento di queste stesse occasioni, oggi esistenti in forza delle attuali condizioni del Mezzogiorno e di una politica di intervento che ha 11el 1980 il suo termine legislativo. Non mi sembra irrilevante richiamare l'attenzione sul fatto che, a giudicare dall'esperienza del passato più recente, gli operatori stranieri si sono dimostrati co,mparativamente piì1 pronti e più propensi, anche alla scala delle iniziative medie, a cogliere le occasioni presenti nel Mezzogiorno·, e a svilup·parne il pote1ìZiale, di quanto no·n si siano dimostrati molti operatori di altre parti d'Italia. Se questa tendenza do·vesse essere confermata ancl1e in futuro - e mi preme mettere in chiaro, rilievo che nello sforzo •di industrializzazione del Mezzogiorno si dovrà fare appello alle risorse imprenditive e tecniche disponibili ovunque, senza discriminazioni di nazionalità - a lungo andare la co·nfigurazione territo,riale dell'apparato industriale italiano potrebbe assumere un curioso aspetto : cioè quello di un'indt~stria prevalentemente privata al Nord, ed 11n'industria prevalentemente pubblica e largamente connessa a capitali e grup·pi im·prenditoriali esteri al Su·d. Un aspetto curioso, ho detto: ma sulle cui po,ssibili implicazioni vi è ampio campo per interessanti, e non sempre positive, speculazioni. Vorrei anche rilevare che questo fenomeno 1 è certamente in parte , dovuto alle remore che, specie a livello della media industria, si riscontrano nei riguardi di una seria considerazione di ·possibili scelte ubicazionali al Sud. È un fatto che alla possibilità di espandere o diversificare le proprie attività industriali nel Mezzogiorno, ancor oggi si sentono - più sovente di quanto no11 ci si attenderebbe - frapporre obie .. zioni che hanno a che fare con una p·aventata ristrettezza del mercato locale o co1 n le « eccessive » distanze geografiche: più sovente di quanto non ci si attenderebbe, dicevo, in un'economia caratterizzata dalla progressiva integrazione dei mercati e •dal fatto che anche le medie industrie tendano o,ggi a distribuire i propri prodotti in ambiti territoriali estremamente vasti; ed in un'epoca caratterizzata dal pro·gressivo raccorciamento, delle distanze eco·nomiche per effetto del progresso tecnologico nei trasporti e, soprattutto, nelle telecomunicazioni. La realtà è che fattori inerziali di natura psicologica, abitudinaria, extra-razionali o spesso anche irrazionali del tutto, hanno ar1cora una 120 Bibiiotecaginobianco

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