I La localizzazione degli investimenti <lenze mal prevedibili nel loro volume e nella loro esatta articolazione finale, per cui non di rado hanno finito col beneficiarne gruppi, settori o territori nei cui confrontì si volevano perseguire obiettivi diversi, e talvolta addirittura opposti a quelli di fatto ottenuti. In particolare, le agevolazioni fiscali si articolano in un complesso di norme estese, reiterative e spesso sovrapposte nel tempo e nelle funzioni: e accanto alle naturali considerazioni che ne derivano in ordine ad un appiattimento dell'efficacia agevolativa delle n(?rme che vor-- rebbero servire ai fini di una politica di localizzazione degli investimenti, non possono non manifestarsi perplessità circa le co,nseguenze cui tutto ciò por~a sul piano dell'efficienza della politica nazionale nel settore dei prelievi; che infatti è regolarmente costretta ad « adattamenti » e/o estensioni anche in·discriminate dello strumento fiscale, per « compensare » volumi di benefici troppo generosamente concessi. Inoltre occorre rilevare che i criteri fin qui seguiti hanno anche impedito al sistema tributario nazionale di trovare un ragionevole equilibrio tecnico-- organizzativo a l~vello degli uffici centrali e locali, giunti in tal modo alle soglie dell'I.V.A. - dell'adozione cioè dell'Imposta sul Valore Aggiunto, cui siamo impegnati in sede di Comunità europea - senza possedere ancora una struttura tecnica in grado di assicurarne il corretto funzionamento e, peggio ancora, di valutarne le cons,eguenze sulle altre classi di impo 1 sizione e sullo stesso ordinan1ento agevolativo. Osservazioni non dissin1ili possono muoversi alle agevolazioni finanziarie. Rispetto ai fini d'una politica di localizzazione degli investimenti, contrasta una mancanza di chiarezza dal momento che, attualmente, in pratica, in tutto 11 territorio nazionale in qualcl1e modo interessante per localizzarvi impiar1ti produttivi, è possibile godere di b.enefici finanziari di una qualcl1e specie. Come ciò po1ssa conciliarsi con la necessità propria ,di una politica univoca nei suoi 01 biettivi, di assicurare, mediante norme di i11centivazione, gradi di convenienza maggiore nel Mezzogiorno rispetto alle altre aree depresse del paese, rimane alquanto oscuro: anche perché, a causa di criteri discriminativi attinenti all'ubicazione specifica, o al dimensionamento, o al co1 mparto produttivo di ap,partenenza delle unità industriali, accade che questo maggiore grado di convenienza « di principio » sia in concreto eroso dalla dinamica reale dei fatti imprenditivi. Ed accade anche che per gli stessi investimenti da ub1 icare nel Mezzogiorno sia in taluni casi più agevole e più conveniente richiedere l'applicazione totale O· parziale di norme agevolative di carattere generale invece di quelle particolari e prop,rie al Mezzogiorno stesso. V'è da aggiungere poi cl1e, data la dinamica assunta dall'industria 115 B_biiiotecaginobianco
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