... Nino Novacco stati adoperati senza una evidente unitarietà di indirizzi e di scopi da raggiungere, senza una fi11alìzzazione decisa agli obiettivi di una politica di localizzazione degli investimenti industriali sufficientemente chiara ed univoca, se11za un coo-rdinan1ento adegu<;1.toalle altre misure di politica econo,mica corrente attuate dallo Stato. D'altra parte, ad una utilizzazione degli strumenti della politica di localizzazione troppo spesso prona ad estempora11ei i1npulsi, dettati da considerazioni conti,ngenti e particolaristicl1e, si è sovente associato l'jmpiego di pro,vvedimenti, necessari a rendere operanti detti stru1nenti, di carattere « permissivo » o di mero controllo a1nministrativo e b11rocratico a posteriori, spesso restrittivi rispetto ai principi che avevano ispirato l'adozione degli strumenti stessi. Interrogativi e perplessità specifiche non possono mancare circa l'impiego che si è fatto di ciascuno degli strumenti dianzi elencati. Così, per esempio, con riguardo agli i11terventi delle i1nprese pubbliche o a prevalente controllo pubblico, non sembra che essi abbiano formato oggetto permanente di coordinamento a livello di settore e di territorio rispetto alle politiche di investimento dei grandi gruppi imprenditoriali p1 rivati, nei cui confronti avrebbero potuto porsi tanto come elemento di stimolo e, per così dire, di catalizzazione, quanto di integrazione o so,stegno, ma sempre nel quadro d'una visione strategica che di fatto è risultata assai labile; né si può dire che gli interventi delle imprese pubbliche siano stati - su questo terreno - elemento di sostanziale contestazio,ne degli orientamenti e delle scelte delle imprese private. Né diverso è il discorso da fare in merito ai programmi straordinari di interve11to in determinate regioni del paese, ed in partico,lare· nel Mezzogiorno·; e ciò per effetto, principalmente, di una non del tutto risolta difficoltà di coordinamento a priori con i programmi di intervento delle Amministrazioni ordinarie dello Stato - nello stesso Mezzogiorno ma soprattutto fuori di esso - così come per una non sem·pre puntuale corrispop.denza alle esigenze di una razionale eco:nomia nell'impiego dei mezzi disponibili, comunque scarsi in rapporto ai fini da perseguire. E co,me no1 n ricordare a tal proposito che la dotazio,ne per investimenti « aggiuntivi » della Cassa per il Mezzogiorno rappresentava nel 1950 1'1,2% del reddito nazionale, mentre oggi non ne rappresenta - a prescindere dalla effettiva « aggiuntività » - che meno dello 0,8%. Per quanto co1 nceme, poi, le agevolazioni fiscali e finanziarie, non può non rilevarsi che esse, per un complesso e farraginoso gioco di « esclusioni » ed « inclu·sioni » di questo o quel comparto produttivo, co,n questa o quell'eccezione, co111portano in definit 1 iva affetti ed inci114 Bibiiotec_aginob-ianco
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