... Nin,o Novacco duttivi (residenze, infrastrutture e servizi, pubblici o privati, di « decongestio-ne » o di coimpensazione delle « congestioni »), non potrebbe no,n sacrificare q11elle esigenze di diversificazione ed integrazione settoriale degli investim,enti industriali che app~iono ·necessarie ad accrescere il potenziale di sviluppo. dell'ap 1 parato produttivo nazio,nale: al limite, di più, finirebbe per precludere il manifestarsi di occasioni di investimento favorevoli alla diversificazio·ne, come invece accade ogni qual volta si verifica uno sp,ostamento cor1sistente delle « frontiere » delle localizzazio 1 ni produttive. A questo proposito vi sono esempi troppo noti nell'ambito dei paesi a più elevato grado di industrializzazione per meritare più di un fuggevole accenno: ma non può certo considerarsi casuale od irrilevante il fatto cl1e i fenomeni più innovativi nell'articolazione settoriale di sistemi industriali moderni - di cui q11ello americano costituisce un esempio paradigmatico, ma non certo unico· - si sono accompagnati costantemente a grandi rivolgimenti nella distribuzione territoriale delle localizzazioni industriali, investendo ad un tempo settori nuo·vi (aeronautica, elet,tronica) e tradizio·nali ( tessili, abbigliamento), « nuove frontiere » (California) e aree di vecchia tradizione industriale (Nuova Inghilterra). Proprio alla luce di ·una visio·ne storica dei grandi fenomeni di trasformazione congiunta, settoriale e territoriale, dei sistemi industriali nazionali, non possono non sorgere initerrogativi e perplessità circa la ragionevolezza di certe tesi affermate di reoente, secondo le quali verso il Mezzogiorno dovrebbero essere indirizzati i settori industriali già saldamente affermati e svilu,ppati, laddove, yiceversa, i settori industriali nuovi, strettamente legati alla ricerca scientifica, e le cui prospettive di sviluppo, senza dubbio, preser1tano ancora elevati elementi di incertezza, dovrebbero territorialmente orientarsi verso le aree del paese già altamente industrializzate. Si sostie11e, infatti, che queste aree potrebbero, meglio di quelle in cui l'industrializzazione è appena ai suoi albori, far fro,nte agii eventuali insuccessi di industrie di questo tipo·. Ora, se in ciò c;è 11na parte di verità non trascurabile - nel senso, appunto, che nel Sud no1 n si tratta di favorire soltanto la localizzazione di industrie « nuove», ad alto co1 nten11to di ricerca - è anche vero che un superamento, degli squilibri territoriali tra Nord e Sud è conseguibile p·roprio nei limiti in cui la partecipazione meridionale alla fo,rmazione del •pro1dotto industriale nazio11ale cresca, in proporzione, più velocemente della quota del pro1dotto industriale realizzato nel Nord. E questo risultato, a sua volta, può conseguirsi - a m,eno che non si intenda, come certarnente non si dovrebbe intendere, ·porre delle bar112 Bibiiotec~ginobianco
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